222 Parte I - Considerazioni di oggi. incomodo a tutti, era nel suo interno una natura comoda. Più esplosivo che intensivo, aveva definito l’arciduca il suo aiutante von Brosch. Costante egli era solo negli odi. Francesco Ferdinando non aveva fatto ancora nulla e già si era collocato al di sopra di tutto il mondo, riteneva permesso tutto a sè e nulla agli altri. Quando egli già si trovava nella bara, le conseguenze del suo comportamento si rivelarono in modo macabro. Alle salme di lui e di sua moglie furono ridotte al minimo le onoranze ed i funerali vennero sbrigati in tutta fretta. Era il rancore degli impiegati di corte che si rivelava. L’opinione pubblica d’Austria e d’Ungheria accolse la notizia dell’assassinio con uno strano contrasto di sentimenti. C’era bensì indignazione per l’attentato e per la provocazione, ma ci si sentiva liberati da una strana oppressione, da una angoscia oscura. Solo pochi sentirono il passo del destino. Fra i pochi, il vecchio imperatore. Quando ricevette la notizia dell’assassinio, rimase pénsieroso qualche ora e non pronunciò parola. Tristi presentimenti avevano invaso l’animo suo. Ma alla fine ebbe il sopravvento il senso della liberazione. A un alto dignitario che gli manifestava il suo orrore per l’accaduto, l’imperatore disse: « Sì, è terribile. Ma non è vero che Carlo (il nuovo erede al trono) è un bravo uomo? ». (« Ja, es ist furchtbar. Aber, nicht wahr, der Karl ist doch ein netter Mensch?» (Sieghart, op. cit., 243). Di fronte all’irrequietezza offensiva, ai molteplici astii dichiarati, ed inùtilmente dichiarati, ai programmi allarmisticamente palingenetici, ed inutilmente allarmistici dell’arciduca Francesco Ferdinando, fa singolare contrasto la solida, tranquilla, bonariamente solenne figura del vecchio monarca, di Francesco Giuseppe. Vivido e luminoso è il quadro che di Francesco Giuseppe traccia il Sieghart, uomo che visse a contatto diretto e indiretto con l’imperatore, essendo durante decenni uno dei più intelligenti manovratori della politica interna austriaca, uomo di coltura e uomo di azione, piccolo studente ebreo di provincia, squattrinato, che, giunto a Vienna senza conoscenze, per caso entra in contatto con un ufficio politico e grazie al suo ingegno e agli appoggi degli uomini maggiori del libera-