Contro le prepotenze austro-slave. 573 recarsi in corpore ad una festa campestre che si doveva tenere a S. Giacomo. Molte colluttazioni : Il maestro di musica Ignazi fu preso da una quindicina di slavi e malmenato in modo tale da essere ridotto quasi in fin di vita e ciò senza che alcuna delle guardie presenti intervenisse. Furono effettuati in quel giorno circa un centinaio di arresti di cittadini italiani. Molti furono i feriti e tutta la città si sentì profondamente addolorata per l’offesa fatta dagli slavi, con la complicità delle autorità, al suo carattere italiano. Tra i discorsi di quel giorno furono pronunciate frasi come: « Bisogna che tutti gli sloveni si uniscano in forte organizzazione e allora, se occorre, marceremo sopra l’alabarda di S. Giusto, per piantare la bandiera slovena sulla città di Trieste». « ...È il lavoratore sloveno che vince le battaglie a Trieste e che dimostra che la decantata italianità di Trieste poggia su putride basi ». Per protestare contro l’insulto slavo a Trieste italiana, gli esponenti della Giovane Trieste indissero un comizio di protesta per la domenica del 10 maggio 1914. Fu l’ultimo comizio tenuto dagli italiani sotto l’Austria. Ecco i resoconti dati daWlndipendente e dal Piccolo dell’ll maggio 1914: Mai forse un’adunanza attrasse tanta folla di cittadini quanta ne accorse ieri al Politeama Rossetti per assistere al comizio di protesta per i fatti del 1° maggio. La cittadinanza ha voluto rispondere unanime all’appello dei giovani che avevano convocato l’adunanza, ha voluto portarvi tutto il suo fervore tutto il suo entusiasmo. Infatti quando i convocatori del comizio si presentarono sul palcoscenico scoppiò un’ovazione imponentissima e alte si levarono da ogni parte del Teatro le grida di Viva Trieste italiana. La dimostrazione durò parecchi minuti finché il dott. Matosel riuscì ad ottenere la calma ed iniziare il suo discorso. Il Dott. Bruno Matosel, invitò l’assemblea ad assorgere e a mandare anzitutto un fervente e commosso saluto ai fratelli della Sicilia che soffrono mentre noi soffriamo e doloriamo con essi. Tutti si scoprono, assorgono ed applaudono. La dimostrazione riesce commovente. Indi il dott. Matosel riprende: «Trieste con tutta l’anima sua, con tutto il suo entusiasmo, col suo odio indomato e con l’amore infinito, Trieste, minaccia e speranza insieme, Trieste italiana siete voi o cittadini voi convenuti ancora una volta per constatare i torti, le ingiù -tizie, le offese, per dire una parola che sarà l’ultima parola » (applausi vivissimi). «Noi non diamo incarichi a nessuno — prosegue l’oratore — non vogliamo che le nostre discussioni e le nostre deliberazioni siano portate direttamente a conoscenza dei Signori di Vienna, c’intenda e ci comprenda e ci senta soltanto chi può intenderci e comprenderci» (applausi e acclamazioni).