Contro i « decreti Hohenlohe ». 567 sioso e apprezzato contributo di lavoro efficace, di attive energie, di ardite iniziative, di sapere tecnico, di coltura nazionale. La prepotenza che vuole gettate sul lastrico, senza lavoro, senza pane, dopo decenni e decenni di esemplare attività, numerossime famiglie di regnicoli è, come ho detto, soltanto un episodio delle persecuzioni di cui si fanno oggetto gli italiani in Austria. È certamente l’episodio più grave del torto arrecato dal Governo austriaco e al diritto delle genti e — ciò che per noi conta ancor più — alla dignità ed al prestigio d’Italia. Da questo punto di vista è il più grave. Ma la lunga e dolorosa catena degli attentati austriaci contro ¡’italianità della Venezia Giulia parla un linguaggio ancora più straziante di quello che sgorga dalla brutalità della espulsione dei cittadini nostri, rei soltanto d’esser italiani e di vivere in mezzo a genti, fraternamente italiane, ma sotto dominio straniero. Il Governo austriaco, con quell’insipienza che gli è tutta propria, commette tali e tante vessazioni in danno degli italiani suoi soggetti e cittadini del Regno, che sembra proprio aver di mira la diffusione e ¡’irrobustimento di quello stato d’animo ch’è definito « irredentismo » e del quale esso ha tanta paura. Finora si era limitato alla persecuzione degli italiani; ma da qualche tempo ha cominciato a perseguitare anche gli Slavi della Croazia, provocando un formidabile e ben grave irredentismo jugoslavo, cui fanno riscontro gli irredentismi degli slovacchi, dei rumeni, dei polacchi. Di questi fenomeni della politica interna austro-ungarica vogliamo però disinteressarci in questo momento, perchè essi dimostrano soltanto il carattere veramente infelice dei sistemi adottati dal Governo austriaco nella sua amministrazione interna, delle cui conseguenze è esempio recente e convincente la crisi boema. L’Austria combatte tutto ciò che ha una coscienza nazionale, cui vorrebbe sostituire quella cosa vuota e inafferrabile, nuli’affatto accessibile al popolo, che è l’« idea di Stato ». E siccome vuole raggiungere una meta impossibile, fa dei fiaschi enormi che l’indeboliscono all’interno. Questi insuccessi lungi dall’ammonire il Governo austriaco a seguire una più razionale politica, lo esasperano e lo fanno accanire con maggiore perfidia e veemenza contro i suoi soggetti. Così a Trieste e in tutta la Venezia Giulia. Quivi il Governo vorrebbe sostituire alla popolazione italiana che dimora nella regione, una popolazione mista italiano-slovena e possibilmente più slovena che italiana, in modo da rendere ingiustificata a priori qualsiasi aspirazione del Regno sulle provincie italiane soggette all’Austria. A tale scopo il Governo austriaco organizza tutta una serie di provvedimenti tendenti a distruggere l’italianità della Venezia Giulia. Anzitutto nel campo della burocrazia: assume quasi soltanto impiegati slavi, osteggia e pospone i pochi funzionari italiani ancora in servizio, introduce giurati