24 Parte I - Considerazioni di oggi. viviamo significa corsa in avanti, corsa verso l’avvenire, non mai negazione del passato... La storia della quale siamo cultori ci ha insegnato che il destino dei popoli è nato dalle guerre, estreme sanzioni dei contrasti fra le genti che, non sappiamo se per castigo o per premio o per quale imperscrutabile ragione della piii eccelsa economia del mondo, Iddio ha voluto mantenere nel suo supremo giudizio... Consideriamo come termine di partenza la data della battaglia di Torino del 1706 che, con una grande vittoria, ha dato la Corona regia e, qualche anno di poi, ingrandimenti territoriali tali alla Dinastia di Savoja da porla in condizione di efficacemente e consapevolmente tendere alla Corona d’Italia e agli sbalzi successivi che un provvidenziale destino le riserba. Poniamo come termine iniziale al Risorgimento una guerra, perchè nella sua funzione educativa la storia sta a dimostrare, specialmente agli italiani per troppo tempo inermi, che senza guerre sono soltanto i popoli morti o morenti e che il futuro è soltanto dei popoli agguerriti. Poniamo come termine iniziale quella guerra perchè, laddove l’impero asburgico e, più ancora, tutto il popolo tedesco ebbero la illusione di avere iniziato, come tutti gli storici del tempo ed i politici anche italiani ebbero a dire, un periodo di dominio incontrastato nella penisola fatale, nasceva invece una forza guerriera lievitata dalla vittoria, chiusa in uno stato di ferro, mantenuta viva con Fazione e l’esempio di una Dinastia di particolare forza accentratrice politica e generatrice di qualità militari, cui era riserbato il destino di unificare la penisola, abbattere l’impero, far risorgere Roma, dare vita al nuovo impero della latinità nel centro immortale della civiltà mediterranea». Molto opportunamente ed efficacemente, inaugurandosi nell’ottobre 1934, il XXII Congresso della Società nazionale per la storia del Risorgimento, anche l’allora Ministro Ercole aveva rilevato esservi ormai completa unanimità nel concepire la storia del Risorgimento come storia di un processo, che, lungi dall’es-sersi comunque terminato o concluso con la formazione e il consolidamento dell’unità statale, prosegue con rinnovata energia di fede volonterosa e operosa verso una meta che non è ancora