L’insoffocabilità dell’irredentismo. 93 THE?) alle province italiane, ma si applicava anche alle altre nazionalità. Il famoso processo Friedjung, che si volle dalla propaganda slava escamottare come una vergogna austriaca, rappresenta un documento della onestà della magistratura austrotedesca. Ben opportunamente venne rilevato da Italo Zinga-relli, in una corrispondenza da Vienna alla Stampa (del 10 dicembre 1932): «Nel tempo in cui i problemi della Monarchia austro-ungarica costituivano per il grosso pubblico ilei misteri, Wickham Steed provvide a colmare le lacune nella cultura politica dei contemporanei col libro La Monarchia degli Ab-sburgo, apparso nel 1913 e proibito in Austria. Dello spirito e del valore storico di questa opera, che pur fece tanto rumore, daremo un saggio riferendoci al capitolo sulla giustizia, dove si parla del famoso processo Friedjung. Ai 25 di marzo del 1909 10 storico austriaco professor Friedjung pubblicò nella I\eue Freie Presse un articolo, basato su documenti fornitigli dal Ballhausplatz, — il Ministero austriaco degli Esteri — accusando diversi uomini politici serbo-croati di tradimento dell’Au-stria-Ungheria, mediante intese colla Serbia. Ne derivò un gran processo, e difensore degli imputati fu il professor Masaryk, 11 futuro presidente della Repubblica czeco-slovacca. Senza dubbio i documenti messi a disposizione del Friedjung erano falsi, ma i fatti in essi contenuti erano veri; la guerra mondiale ce ne ha dato la luminosa conferma. Nel suo libro Wickham Steed ha però scritto che il processo Friedjung avrebbe giovato al credito ed al prestigio della Monarchia, se l’Austria avesse posseduto una magistratura «abituata ad anteporre gl’interessi dèlia giustizia ai presunti interessi dello Stato » : a suo avviso, il Ballhausplatz avrebbe dovuto mandare a casa «alcuni piccoli diplomatici ed i loro agenti equivoci», dopo di che «l’imparzialità della giustizia austriaca si sarebbe affermata altamente, destando echi di simpatia in Europa e nei Balcani». E via di questo passo, per dire che i giudici erano prevenuti, i testimoni falsi, le accuse inconsistenti e che i capi serbo-croati rimasero debitori della loro vita e della loro reputazione al professore serbo Bozo Markovic, presidente della società Slovenski Jug (TI