I rapporti fra italiani e tedeschi. 265 e intelligente delle condizioni dell’Austria, un irredentista, il corrispondente da Vienna del Piccolo e del Giornale d’Italia, Franco Caburi — che l’ambasciatore barone Macchio ricorda nelle sue memorie essere stato spedito in Italia sul suo treno, quando si recò a Roma, perchè nel 1915 l’Austria se ne voleva liberare in modo garbato, senza necessità di una vera e propria espulsione — ha scritto una serie di ricordi e di impressioni della dura vigilia, intitolandole Nella Vienna imperiale e pubblicandole nella rivista mensile di studi sulla guerra dei volontari adriatici (Cfr. La Porta Orientale, del giugno 1932). In queste note del Caburi sono ritratti anche, con spassionatezza, i rapporti fra italiani e tedeschi nella capitale della Monarchia. «Vienna appariva ai miei tempi, nonostante la gaiezza dei suoi ritrovi mondani e la spensieratezza del suo popolo, pronto alla facezia arguta e inclinato alla vita allegra, una città aristocratica per eccellenza, dato il fasto della sua Corte, lo splendore dei suoi palazzi, la maestosa imponenza dei suoi monumenti, l’affascinante bellezza dei suoi parchi e soprattutto i ricordi di un passato glorioso, che aveva fatto la fortuna della Dinastia regnante. « Es gibt nur eine Kaiserstadt, est gibt nur ein Wien!» (non vi è che una città imperiale, non vi è che una Vienna!) era il ritornello di una canzone molto in voga nell’Austria di Francesco Giuseppe. Vienna e i suoi dirigenti amavano accennare spesso coi loro atteggiamenti ad un pericolo che, anche per ragioni politiche, propendevano a esagerare oltre misura, al pericolo, cioè, del mondo slavo balcanico, che ogni tanto dava segni di irrequietezza tanto più impressionante, inquantochè era incoraggiato palesemente dalla Russia. E la coscienza della nuova missione, alla quale Vienna si sentiva chiamata, contribuiva a riaccenderla di rinnovato orgoglio che, quando si manifestava nel campo artistico e intellettuale, finiva per conferire alla sua bellezza un fascino ancora maggiore. Le ricche esposizioni d’arte, che raccoglievano i più celebrati capolavori dei maestri antichi e moderni, gli spettacoli teatrali, inscenati sempre con imponente magnificenza, i grandi concerti che a Vienna, dove la