mezzo alle colonne avanzanti in masse serrate, seminano dovunque la distruzione e la morte.
  Il nemico esita, tentenna, si arresta. E la riscossa piomba fulminea. Brigate e Brigate — masse di seimila uomini e di cento mitragliatrici ciascuna — sono lanciate a due, a quattro, a sei alla volta nei punti più sensibili dell’immane fornace. Savoia ! Savoia ! Il fatidico grido si accende su tutta la linea: i Reparti d’assalto, pugnale fra i denti, bombe alla mano, si avventano primi: ma tutta la Fanteria è un Reparto d’assalto, tutti i Fanti sono Arditi! -Avanti! Avanti! Il nemico vacilla, piega, retrocede. Si vince! Gli Austriaci s’affollano ai ponti, battuti, incalzati, attanagliati, ripassano il Piave, seminano le sponde di cadaveri; e cadaveri trascina a centinaia l’onda del fiume sacro:
            « E il Piave comandò :
—	Indietro va, straniero! ».
La battaglia è vinta. Una delle più grandi battaglie della storia, la battaglia decisiva per le armi alleate è vinta!
  L’Impero colossale, riunito con tutte le sue forze e tutte le sue energie contro un esercito da soli otto mesi risollevatosi da un grave rovescio, è sconfitto da questo esercito; esso è ormai annientato: l’aquila bicipite ha il rostro e gli artigli infranti.
  Ed è da questo colle donde tu segui, o Visitatore, le epiche immagini evocate dalla tua fantasia, è da questo colle che — pochi mesi dopo — parte la riscossa: tutta la fronte, irta d’armi e d’armati, sorge, sussulta, ribolle, dilaga oltre il fiume conteso; rovescia, travolge ogni ostacolo, vince ogni resistenza del nemico e ne tramuta la riti-