per il Mediterraneo 513 Osten» (sopra tutto verso l’Asia minore), attraverso i porti di Trieste e Fiume; quasi inalterata posizione della marina mercantile francese, poiché, anche ottenendo l’Italia alcuni possessi francesi, non è nei porti della Tunisia, della Corsica e di Nizza, che siano iscritti i piroscafi francesi, concentrati essenzialmente a Marsiglia e negli altri grandi empori marittimi della Repubblica (Havre, ecc.); quasi inalterata posizione della marina mercantile italiana che, per le stesse ragioni, non avrebbe da sperare un sensibile incremento dall’annessione della Tunisia, della Corsica e di Nizza. Orbene, tutti sanno, che rimanere allo « statu quo », mentre qualcun altro progredisce, significa indietreggiare, perdere terreno ed importanza. Ciò che, evidentemente, nessun italiano può augurare all’Italia. Nel caso, invece, dell’annessione della costa orientale dell’Adriatico, l’Italia entrando in campagna contro gli imperi centrali ed allato all’Intesa, dopo la guerra, la posizione marittima mercantile dell’Italia nel Mediterraneo sarebbe la seguente: posizione inalterata della marina mercantile e dei traffici marittimi della Francia e dell’Inghilterra (poiché anche nel caso di nuovi vantaggi territoriali colla spartizione dell’Asia minore, uguali benefici dovrebbero spettare, oltre che alla Fraticia ed all’Inghilterra, anche all’Italia, così che l’incremento territoriale tanto dell’Inghilterra e della Francia, quanto dell’Italia si risolverebbe nello «statu quo» delle posizioni relative di queste potenze); assorbimento da parte dell’Italia, coll’annessione della costa orientale dell’Adriatico, della imponente e magnifica marina mercantile di Trieste e Fiume, onde la nostra flotta commerciale (di piroscafi con almeno 100 tonnellate) salirebbe da 591 navi con un 1.274.127 tonnellate, adesso, a 1010 piroscafi e 2.284.474 tonnellate, dopo, distanziando in tal modo notevolmente le marine francesi e norvegesi che presente-mente superano la nostra. La posizione marittimo-economica dell’Italia avrebbe così un enorme sbalzo in avanti. E poiché non sarebbe oltrepassata più che dalle marine inglese e germanica, il campo di azione delle quali è sopratutto negli oceani, e non nel Mediterraneo, la marina mercantile italiana avrebbe il primato nel Mediterraneo. Ecco come e perchè, anche per la via dei ragionamenti economici, il raggiungimento della desiderata posizione nel Mediterraneo appaia ottenibile coll’intervento non a favore ma contro gli Imperi centrali. Il grande spauracchio con cui i germanofili di qua del confine e gli austro-magiari di Vienna e di Budapest tentano di dissuadere l’Italia, nel « suo interesse » (com’è preoccupata sempre dell’interesse italiano la Corte di Vienna, che manda i suoi Hohenlohe ed i suoi 33