I 44 decreti Hohenlohe Attilio Tamaro, nel secondo volume della sua mirabile «Storia di Trieste» (Roma, 1924, Stock) scrive (pag. 567): «Nel 1913 il principe Hohenlohe soccorse con un errore di violenza la propaganda dell’irre-dentismo, facendo nota all’opinione pubblica internazionale la questione di Trieste e suscitando un conflitto diplomatico con l’Italia. Egli, sobillato dagli slavi, impose al Comune, con un decreto dell’agosto, di licenziare i pochi impiegati regnicoli, che teneva al suo servizio. Reagì il Comune, reagì con violenza la stampa, riuscendo a sollevare contro i « decreti Hohenlohe », l’opinione pubblica del Regno, la quale a sua volta, costrinse il governo di Roma a prendere posizione. Di San Giuliano, al quale portammo a Vallombrosa il materiale documentario della questione, e Giolitti, con cui trattò il Mayer, non erano disposti a impegnarsi troppo, per non allargare la fenditura della triplice; ma il Paese fu profondamente impressionato e, informati anche da richieste fatte allora e finalmente da tutti i grandi giornali, molti smemorati, molti ignari, molti paurosi compresero che la secolare partita con l’Austria non era chiusa ». L’organizzazione della campagna contro i decreti Hohenlohe aveva il suo centro nella redazione del Piccolo, donde partivano articoli, commenti e informazioni per tutti i maggiori giornali d’Italia e dell’estero. Chi scrive, pubblicava suH’.Economista d’Italia, il quotidiano finanziario romano del Monzilli (del 28 agosto 1913), un articolo di fondo dal titolo « Barbarie anti-italiana », cui il direttore del giornale faceva seguire, con un comunicato uflìcioso austriaco, le righe di commento che pure qui si riproducono. L’inverosimile atto di arbitrio, di prepotente violenza contro gli italiani regnicoli della Venezia Giulia non è che un episodio della campagna continua, ininterrotta di sopraffazioni, di oppressioni, di menomazioni di diritti sacrosanti, che l’imperiale e regio Governo austriaco compie ai danni dell’elemento italiano ad esso soggetto, ai danni dei regnicoli che ai fratelli al di là dell’Iudrio portano un pre-