126 SUI CAMTI VI'BATTAGLIA 126 ANNO 1918 Sergente Bevilacqua Luigi, da Sant’Odorico (Udine), del 50 Reggimento Genio Minatori. Volontario distruttore di reticolati, lavoratore e fante all’occor-renza, tutta la sua opera — dal luglio 1915 alla sua morte (ottobre 1917) — fu di abilità, di tenacia e di ardimento. Due volte ferito, non volle essere allontanato dal suo posto. Cadde da valoroso mentre, in una zona molto avanzata, apprestava nuove e valide difese. (Basso Piave, 24 febbraio). Soldato Caretti Fedele, da Arbizzo (Como), del 13° Reggimento Bersaglieri. Avuta troncata una gamba da una scheggia di bombarda, chiedeva di essere medicato dopo gli altri feriti e da solo si recideva l’arto con un coltello, arrestando l’emorragia con la cinghia dei pantaloni. Incurante di sè e del dolore, incitava ed incuorava i compagni, e al capitano accorso per confortarlo, diceva che non era nulla. Poco dopo spirava. (Capo Sile, 20 maggio). Sottotenente Pellas Leopoldo, da Perugia, del XXIII Reparto d’assalto. Per profonda coscienza del dovere e per vendicare il fratello caduto, attaccava fra i primi, benché ferito, tre successive linee nemiche infliggendo gravi perdite all’avversario. Lanciatosi ancora avanti e circondato, rifiutava di arrendersi e si difendeva fino alla morte, imponendosi all’ammirazione dello stesso nemico. (Capo Sile, 26 maggio). Tenente Gorini Antonio Nino, da Varese, del 22° Raggruppamento Artiglieria pesante campale. Comandante di sezione, rimasti colpiti in pieno entrambi i pezzi, riuscì a rimetterne uno in efficienza. Attaccata la batteria alla