Il panslavismo in azione. 583 sembra doversi escludere che circa il primo prestito, cioè l’attuale, siano stati fatti valere in Francia argomenti di natura politica; il ritardo nella concessione del permesso per la quotazione del prestito alla Borsa di Parigi sta in nesso con questioni relative alla quota del debito pubblico turco che la Serbia dovrebbe assumersi, con la guerra mossa contro il nuovo prestito del gruppo finanziario eliminato dall’assunzione, colle velleità ferroviarie balcaniche della Francia, ecc. Il secondo prestito di 250 milioni di franchi, che la Serbia dovrebbe contrarre in Francia è di natura prettamente militare ed ha carattere politico. La Serbia vuole prepararsi, fortemente preparasi per le necessità dell’avvenire. Qui non si pensa tanto all’eventuale conflitto con la Bulgaria, quanto agli avvenimenti di più larga portata che i serbi ritengono dovranno succedere. Il ministro della guerra voleva procedere con straordinaria energia al rafforzamento dell’efficienza militare serba, a ciò spinto dall’esercito serbo animato da un grande ardore patriottico. Ma il più freddo e rigido Ministro delle finanze tentò di versare dell’acqua nel forte vino del Ministro della guerra: ne derivò la crisi ministeriale che servì di pretesto a tanti commenti da parte dei giornali. Da quell’accorto, abilissimo uomo politico che è, il Pasic riuscì a comporre il dissidio, escogitando una formula che accontenta i militaristi e gli economisti: il ministro della guerra ha rassegnato le sue dimissioni, ma resterà in carica fino a primavera; però anche il bilancio definitivo non si farà che in primavera. Allora lo stato reale della situazione consiglierà la via da seguire. Ad ogni modo è certo che, se la pace non sarà turbata, l’esercito serbo, carico di tante glorie, si ringagliardirà nel corso degli anni venturi. Popolo e governo egualmente lo vogliono. E lo vuole anche Re Pietro, che sta col popolo, di cui è l’idolo. L’IDEALE SERBO: « IL PIEMONTISMO ». L’aspirazione popolare ad un esercito forte, come pure la ferma volontà del governo di tradurre in concreta realtà questa aspirazione, sono la logica conseguenza del concetto che anima tutto il movimento nazionale serbo: «.il piemontismo ». Dal glorioso nome della terra che iniziò l’unificazione d’Italia trassero i serbi la denominazione per designare il loro ideale politico. « Piemontismo » equivale a unificazione di tutti gli jugoslavi in una grande Serbia. È per la formazione del grande regno jugoslavo che si prepara la Serbia. Noi vediamo chiaramente l’avvenire che sta maturando, ci dice un u fficiale dello Stato Maggiore serbo che gode qui la più bella riputazione di intelligente patriottismo slavo. È un avvenire, il quale ci impone dei compiti gravi sì, ma che noi sapremo assolvere