464 Parte II • Carte di ieri. Egli esce dall'affare con le ossa rotte e Vazienda, il ramo di commercio, l’industria passano ad uno slavo, uomo di fiducia della Banca. Le Banche slave organizzano anche nuovi enti economici, importando dall’interno i funzionari che li dovranno amministrare. Qualche volta s’impadroniscono finanziariamente di qualche produzione con largo smercio e disciplinano in senso nazionalistico slavo la vendita della merce in città. Le Banche slave acquistano poi quante più possono case, specie nelle posizioni più in vista: è la conquista territoriale! A proposito di conquista territoriale vale la pena di narrare un fatto di recente accaduto, e che se economicamente non è di rilevante importanza, ha tuttavia notevole significazione morale: Trieste, dalla parte del Regno, è violentemente stretta d’assedio dagli avamposti dello slavismo. Un solo tratto di terreno italiano, a Cervignano costituiva il ponte italiano congiungente Trieste alle altre regioni italiane e al Regno. Vennero avvocati e banchieri slavi e mandarono per l’acquisto di quella zona. E ci riuscirono, purtroppo. L’anello di ferro dell’assedio slavo si tringeva così ancor più strettamente intorno a Trieste. Molte e potenti e alacri, purtroppo, le Banche slave a Trieste! Ma non sono i soli strumenti della conquista economica del massimo porto dell’Adriatico da parte degli slavi. Si- son create, a questo scopo, grandiose ditte slave di spedizioni, d’assicurazione, di navigazione, di commercio, industriali, ecc. Naturalmente, sopratutto col capitale di Boemia. Poi dalla Boemia e dalla Corniola si son mandati a Trieste giovani licenziati di scuole commerciali, con conoscenza del tedesco, dello slavo, del francese e alquanto dell’italiano. Essi, non avanzando pretese di denaro, sono stati accolti da commercianti poco accorti o forse... troppo accorti. Hanno imparato il commercio e si sono stabiliti definitivamente a Trieste, o lavorando indipendentemente o riuscendo a penetrare, in luogo dei triestini, quali impiegati nelle filiali nazionalmente amorfe di imprese tedesche, greche, in genere non italiane. Su Trieste converge lo sforzo della espansione demografica, bancaria, commerciale e industriale degli slavi di tutta l’Austria. Se Trieste un giorno, per sua Sventura e per sventura dell’Italia tutta, dovesse vedere — per insufficienza di difese — prevalere l’elemento slavo sull'autoctono italiano, il Regno d’Italia cesserebbe d’essere il dominatore o per lo meno l’autorevole comproprietario dell’Adriatico, per sentirsi vassallo della grande Slavia. Da Trieste, anzi