Contro i « decreti Hohenlohe. ». 569 dere la nostra lingua), la nostra penetrazione commerciale in Oriente. Durante la guerra con la Turchia essi sono stati i mediatori degli scambi fra noi e quei paesi. Noi abbiamo il diritto ed il dovere di difendere la loro italianità, poiché da questa loro italianità dipende in grandissima parte il nostro predominio nell'Adriatico. A questo articolo dell’Alberti, il giornale faceva seguire una nota ufficiosa del Fremdenblatt, in cui il decreto Hohenlohe veniva addolcito ma confermato. Ecco il testo della nota del Fremdenblatt : a Alcune disposizioni del Luogotenente di Trieste, diramate in data 16 agosto circa la richwsta della eliminazione degli stranieri dai servizi pubblici del Comune della città di Trieste, hanno dato, dopo la loro pubblicazione, molteplici occasioni a discussioni pubbliche. In questa questione bisogna in primo luogo rilevar che l’abolizione di un’abitudine praticata da parecchi anni nel Comune di Trieste — di assumere cioè stranieri nei servizi pubblici della città, trascurando frequentemente i concorrenti nazionali — ha occupato già da parecchio tempo le autorità di ispezione dello Stato, senza che, con le ripetute esortazioni della Luogotenenza, si fosse riusciti ad indurre la Amministrazione della città a porre essa stessa rimedio al suddetto stato di cose. Queste ripetute ammonizioni erano tanto più giustificate, in quanto che la riprovata abitudine della amministrazione cittadina che fu continuata senza curarasi delle proteste avanzate anche recentemente, — astrazion fatta dal ricordato danno ai nazionali — è in contraddizione colle disposizioni dell’art. 3 della Legge fondamentale dello Stato del 21 dicembre 1867, pubblicata nel N. 142 della Gazzetta Ufficiale dell’impero sui diritti generali dei cittadini, secondo il quale gli uffici pubblici sono accessibili a tutti i cittadini indistintamente, mentre per gli stranieri l’entrata negli impieghi pubblici è fatta dipendere dall’acquisto del diritto di cittadinanza austriaca. Vista questa attitudine negativa del Comune della città, di fronte alle disposizioni delle autorità in questa questione, il Luogo-tenente di Trieste si è visto ora costretto a far valere le disposizioni legislative esistenti con un suo intervento. Non occorre a questo proposito rilevare in ispecial modo che questa misura, che costituisce un atto puramente interno amministrativo resosi indispensabile per la necessità della tutela degli interessi pubblici, non è atta ad essere messa in qualsiasi relazione con altri punti di vista lontani da questa questione interna. Colle disposizioni suddette viene invece finalmente stabilito uno stato di diritto al quale si aspira da lungo tempo, che, verso i sudditi stranieri, è rigorosamente applicato nei servizi pubblici anche in altri campi amministrativi. Per quanto concerne questi sudditi, del