528 Pabte II - Cane di ieri. Alle funzioni coloniali di Trieste doveva andare congiunta ed intensificata la tradizionale attività bancario-monetaria dell’emporio, che aveva fatto una sua importante specialità del movimento dei talleri così detti di Maria Teresa, ma effettivamente di origine veneziana. Trieste importava l’argento in lingotti, faceva coniare i talleri e li spediva specialmente nel bacino del Mar Rosso, dove servivano come moneta - peso per gli scambi commerciali e per le tesaurizzazioni. Mario Alberti si occupò, perciò, fin dall’inizio, della questione della coniazione dei talleri in Italia, al fine di dare a Trieste italiana, immediatamente, il modo di riprendere le sue funzioni monetario-ban-carie coloniali. Egli trovò nel Conte Piero Foscari, allora Sottosegretario di Stato al Ministero delle colonie, un fautore autorevole e deciso della iniziativa. Egli fece preparare i punzoni e coniare le prime prove del tallero italiano, di cui la fotografia è qui riprodotta, seguita dalla lettera inviata, nell’occasione, dal conte Foscari all’Alberti :