Un imperatore, un arciduca e un maresciallo. 235 parte storica, fatta di studio oggettivo, senza rancori o ire, si sente autorizzato — sia pur con infrangimento grave del precetto della cristiana carità — a riprodurre a titolo di commento e di conclusione, un articolo, fremente di passione, da lui pubblicato l’otto giugno 1915 neWIdea Nazionale col titolo: L’ora di Conrad von Hoetzendorf : « L’ora da lui attesa, impazientemente, per anni ed anni, in una frenesia di furibondo odio anti-italiano è giunta, finalmente. Per lui che l’aveva invocata è scesa, però, triste e paurosa, ironicamente fatale, terribilmente sgominatrice. L’ora di Conrad von Hoetzendorf, come volevano gli imprescrittibili destini suoi, come se l’era augurata la sicura fede degli irredenti, segna la definitiva sciagura d’Absburgo: della Casa e dei domini. Segna la punizione di una rabbiosa perversità assetata di sangue, di carneficine, di arbitri, di violenze, di morti vergognose, di brutalità inaudite, terrificanti. Segna la vendetta inesorabile della Superiore Giustizia contro nefandi complotti e insidiosi agguati. Aveva sognato, Conrad von Hoetzendorf, che nella sua ora si sarebbe trascinato nel fango il prestigio e l’onore d’Italia, se ne sarebbero calpestati i diritti, si sarebbe per sempre rintuzzato l’orgoglio della latinità, fatta schiava di Vienna. Aveva sognato, Conrad von Hoetzendorf, per la sua ora, di umiliare i Savoja, all’indomani della loro sconfitta affannosamente desiderata e ardentemente preparata, in una tremante preghiera al vecchio monarca di Milano e di Venezia, perchè non li scacciasse almeno dal trono di Torino, accresciutosi altra volta per le battaglie contro l’austriaco. Mai sogno più folle e feroce fu più compiutamente schiacciato dalla Superiore Giustizia. La vendetta iniziò la sua opera purificatrice e liberatrice colpendo Conrad von Hoetzendorf nel più alto patrono delle sue teorie politiche. Il giustiziato arciduca Francesco Ferdinando lasciò orfano, nel suo livido furore anti-italiano, il Capo dello