I rapporti fra italiani e tedeschi. 267 d’arte del seicento, si conservassero intatti, come ai tempi del Metastasio, sulla cui casa era stata collocata anche una lapide commemorativa, ben diversa emozione destava in noi la vista di quei luoghi che erano stati testimoni delle torture inflitte ai nostri patriotti, per esempio, di quella lugubre fortezza di Bruna, nelle cui orride casematte languirono per tanti anni i martiri del ’21. Si aggiunga che a questi ricordi si associavano le appassionate impressioni degli avvenimenti del giorno che non erano mai tali da invogliare gli animi degli italiani domiciliati a Vienna a considerare con simpatia l’ambiente, nel quale vivevano. Eppure bisogna riconoscere che per chi stava lontano dalla politica quell'ambiente non presentava nulla di quello spirito poliziesco, che si notava altrove in Austria e soprattutto nelle province italiane irredente. Il viennese per temperamento non è mai stato portato ad occuparsi di politica; ama la vita comoda, le baldorie, le scampagnate d'estate negli incantevoli dintorni della città, i giri di walzer d’inverno nelle ampie sale sfolgoranti di luce, dove le belle viennesi, anche allora, quando non c’era la moda delle sottane corte, si divertivano a mettere in mostra le loro seducenti nudità, e detesta tutto ciò che può distoglierlo da questa sua vita preferita. Per celia si diceva ai miei tempi che nel ’48 Windischgraetz non durò molta fatica a calmare i bollori della rivoluzione nella capitale dell’impero : gli bastò farsi precedere nel suo ingresso da una banda militare. Anche questa certamente è una freddura messa in giro dagli stessi viennesi, la cui passione per le arguzie costituisce un’altra caratteristica del loro temperamento. La fortuna del Lueger, il famoso borgomastro, che alla fine dell’ottocento e nei primi anni del novecento fece tanto parlare di sè anche fuori della monarchia danubiana, fu dovuta appunto a questa sua inclinazione. Lueger, prima di diventare antisemita, clericale e reazionario, era stato democratico e come tale alleato degli ebrei, dai quali poi si era distaccato, e costoro, invidiosi forse del suo ingegno e della sua arte di sapersi rendere popolare, si erano dati a com-