il dissolvimento della monarchia asburgica. 343 noi avessimo avuto il coraggio di sacrificare l’Austria e di guadagnare per noi la Russia!». Non v’ha dubbio che la monarchia degli Asburgo aveva meritato gli scoppi di furore dell’ex-cancel-liere dell’impero germanico, per il ripetuto tradimento della sua tradizionale missione tedesca. E, non è inutile fermarne qui il ricordo, ad uso di quei tedeschi, i quali ancora, talvolta, sebbene sempre più raramente, tirano fuori la favola del « tradimento italiano». Il mancamento verso la nazionalità tedesca fu quello che negli ultimi decenni prima della guerra diede corpo e forza ad un movimento intellettuale pangermanista particolarmente fra le popolazioni tedesche della Boemia e della Moravia, a contatto con la crescente pressione czeca, e della Stiria e Carinzia, esposte all’invadenza slovena. A quell’epoca si debbono far risalire, anche, i primi germi che nel cervello di Hitler svilupparono poi il nazismo. Un biografo tutt’altro che benevolo di Hitler, Konrad Heiden lo rileva con linguaggio pittoresco e con fine penetrazione (Cfr. Heiden: Adolf Hitler, Ziirich, 1936, pag. 9 e seg.): «Adolfo Hitler è nato nel paese del romanticismo. Verde e spumeggiante attraversa, da Passau a Linz, il Danubio in mezzo a montagne nereggianti di foreste, mentre sui loro fianchi biancheggiano conventi e castella, e sulle cime svettano grigie rovine. Lungo questo fiume, la cui coltura è altrettanto antica, la cui storia è altrettanto grave di quella del Reno, passarono Goti e Unni, Longobardi e Bavari, Ungheri e Svevi, Crociati e Turchi, Svedesi e Francesi e i grigi germanici della guerra mondiale. Nel 18° secolo i granatieri delle case di Asburgo e di Wittelsbach reciprocamente si uccisero per questo lembo di terra. Vinsero gli Asburgo. Nel secolo decimonono, lungo il Danubio, sorge quel triste ed elegante impero coloniale, che si chiama la Monarchia austro-ungarica, che ha regalato al mondo il walzer viennese e la guerra mondiale e che è scoppiato in atomi nel 1918. Un dominio principesco sopra sei grandi popoli e su parecchi minori, completamente diversi fra loro per origini, lingua, pensiero e grado di coltura, desiderosi di dominarsi a vicenda, oppure di separarsi l’un dall’altro. Di queste