CENNI STORICI. Nel glorioso dominio sull’Adriatico, Trieste, moderno emporio di venete genti, continua, con intenso fervore di attività e di ardimenti economici, la funzione secolare di Venezia, erede d’Aquileja, figlia di Roma. Con Venezia e con Fiume, Trieste forma la triade dei porti d’italica stirpe, i quali, divenuti centri irradiatori di scambi mercantili per virtù di lor mirabili posizioni naturali e per le efficenti abilità trafficatrici dei figli loro, perpetuano nei tempi attuali la tradizione medioevale del commercio italiano, che, attraverso VAdriatico ed i suoi porti ultimi, fungeva, e funge, da intermediario nelle transazioni fra l’Europa centrale, il Levante e le Indie. Felicissima posizione geografica e sagaci attitudini mercantili: ecco il vero segreto della grandezza economica presente di Trieste. Alla quale, se il favore avveduto e interessato di governanti assecondò talvolta impulsi e iniziative non disprezzabili, tal’altra rallentò con ostacoli od omissioni il ritmo dei suoi progressi. Però alcuna forza nemica, nè avversi eventi, nè sconvolgitori avvenimenti riuscirono mai, nè mai riusciranno, a strappare tutta la vitalità della sua fortuna, sempre rinascente dopo le più terribili sventure, sempre rinnovellantesi, indistruttibile. Dapprima unica piazza marittimo-commerciale dei Carni, Trieste sembra avesse accentrata in sè tutta l’attività di scambi commerciali di questo popolo e s’intrattenesse in animate relazioni di negozi con le fattorie e con le città greche. Regnando Roma, Trieste aveva fiorentissimi traffici, un’agricoltura sviluppata ed estese industrie. I suoi due porti di allora, scolpiti a perenne ricordo sulla Colonna Trajana, sono a testimoniare dell’ampiezza dei commerci marittimi triestini in quell’epoca lontanissima. Correvano allora, su pei mari latini, le svelte ed opulenti navi costrutte dai tergestini e istriani cantieri: effettuavano esse, con ricchi lucri,