il « mito » massonico. 155 dei popoli deboli o mal difesi come il nostro. Woodrow Wilson apparve subito al dalmata come un pericolo sinistro. Sdegnoso egli assistette al carnevalesco trionfo che fu decretato dal governo italiano del tempo al farneticante straniero. Con l’angoscia nel cuore traversò l’Oceano sulla scia di questo ed insieme agli altri rappresentanti delle terre irredente difese, sul suolo d’America, il diritto della sua terra. Invano! La Conferenza della Pace, i convegni di San Remo e di Rapallo demolirono inesorabilmente la faticosa opera compiuta. Nè per lui valse la salvezza di Zara innanzi allo strazio della Dalmazia venduta e tradita. Cominciò, infatti, proprio da allora a morire. E continuò a spegnersi lentamente, lontano da tutti, chiuso nella sua immensa tragedia. Prima di lui erano caduti Salvi e Ziliotto. Salvi, quegli che al pari del patrizio salonitano Severo, avrebbe potuto riedificare, nella sua Spalato, la città di fede della Patria vittoriosa. L’avevamo accompagnato insieme al cimitero, Ercolano Salvi, da quella chiesa di San Marco sacra al nome di Venezia, dove nell’ora delle invocazioni tutti i dalmati s’erano inginocchiati a pregare. Piangevamo sulla terra dalmata ricacciata nel suo secolare soffrire, sulla sua gente dispersa. Piangevamo su quel nobile cuore spezzato dalla pena e che tanto fortemente aveva palpitato accanto al nostro. Era il grigio, triste novembre del 1920. Fu quella l’ultima volta che vidi Roberto Ghigliano-vich. Poi seppi del male tremendo che lo rendeva, a poco a poco, muto; che l’uccideva nella piena sua vita. S’era rifugiato nella verde pace del Sanatorio di Villa San Giusto, a Gorizia. Ivi, ha finito di morire nella notte del 2 settembre 1930». Conviene soffermarci ancora per breve tempo sui casi di Fiume. Se pietoso appare il già rilevato accenno del Gran Maestro al fiumanesimo della massoneria italiana, per aver accolto, dopo la conclusione vittoriosa della guerra, i massoni fiumani nella fratellanza italiana (!!), ancor più pietosa è la rivendicazione dell’atteggiamento della Massoneria di fronte all’impresa di Ronchi, il cui oppositore invelenito fu il Capo del Governo italiano di allora, il fr. . ' . Francesco Saverio Nitti, alto digni-