18 Parte I - Considerazioni di oggi. contro corrente verso quello che, a qualche infervorato delle versioni tradizionali, sarebbe potuto sembrare un sacrilegio e, quasi, una riabilitazione dei nostri avversari di ieri, che però sono i nostri migliori amici di oggi. Anzi sarebbe potuto sembrare — e questo sarebbe stato davvero antipatico — un superfluo atto di omaggio a coloro che hanno il triste privilegio e l’onere grave di essere considerati gli eredi della vecchia Austria, mentre sono, appunto, le massime vittime di quella coalizione di interessi particolaristici che furono gli ultimi governi della vecchia monarchia e dai quali furono sacrificate le funzioni storiche dei tedeschi d’Austria e dei magiari d’Ungheria. La vecchia monarchia cadde sotto il peso immane degli slavismi austriacanti — czechi, polacchi, sloveni e croati—, del suo alto patrono dinastico, l’arciduca ereditario Francesco Ferdinando, e del suo fautore militaristico, il maresciallo Conrad von Hoetzendorf. Dubbi e titubanze, dunque, da parte mia, a strappare dalla ormai marmorea statua deH’irredentismo il suo spesso velo romantico. Timore anche di una incapacità vera e propria di ridare al corpo amato del nostro più alto amore di giovani la vita e il calore che ce lo rendevano così appassionatamente caro e desiderato, per cui alla nostra generazione di irredenti e di irredentisti era stato concesso di vivere la gioia della patria nella sua interezza, senza alcuna miseria, senza alcun offuscamento, nel trasporto dell’esaltazione, onde ne è rimasto in noi, sempre, come un’inestinguibile nostalgia, che nessuna certezza presente, per quanto grande, può completamente cancellare. La nostalgia del nostro sogno ci accompagnerà lungo tutto il cammino che ci resta ancora da percorrere, viatico costante e prezioso di una sicura e preziosissima fede.