130 Parte I - Considerazioni di oggi. dell’intervento, malgrado l’Austria avesse chiuso tutte le frontiere e avesse rastrellato tutti gli uomini, validi e meno validi, delle terre irredente per rigorosamente irreggimentarli sotto buona guardia e li avesse mandati al macello sul fronte con la Russia, o nei campi di concentramento, le regioni adriatiche non ancora redente danno duemilacentosette volontari — metà triestini; gli altri istriani, goriziani e dalmati —, trecentodue caduti, trecento-trenta feriti, undici medaglie d’oro, centottantatrè d’argento. Dal sangue di Guglielmo Oberdank, «il morto che aspettava l’Italia a Trieste», dal sangue eroico dei volontari irredenti e dello stuolo innumere dei soldati d’Italia caduti nella guerra, sono sorte la libertà di Trieste e la libertà dei confini naturali d’Italia, lungo il sicuro baluardo delle catene dei suoi monti. Allora, soltanto, all’appello, Guglielmo Oberdank ha risposto: Presente!