304 b Mons. Luciano Luciani (vivente) - sorvegliato dalle autorità austriache per i suoi sentimenti nazionali e per il suo irredentismo. Professore di religione alle Scuole Tecniche, plasmò l’animo dei suoi alunni all’italianità nel senso più alto e più puro. Si rifiutò sempre di esporre la bandiera austriaca. Favori, durante la guerra, il passaggio in Italia di molti giovani fra i quali Monciatti, Sauli, Fornari. Già prima aveva difeso l’alunno Bruno Mrach, presso il giudice Weinberger, perchè arrestato in una dimostrazione d’italianità e, perquisito, era stato trovato in possesso d’un diario compromettente. Nel 25° della sua Messa novella s’ebbe dai concittadini di Albona una medaglia d’oro, con la scritta: «Al prof, don L. Luciani, austera tempra di sacerdote, cittadino e filantropo, la sua Albona», che egli offriva insieme con altri oggetti d’oro e d’argento alla Patria. Il regio Governo gli conferì la Commenda della Corona d’Italia. Fu il primo direttore del settimanale cattolico « Vita Nuova » voluto dal Vescovo mons. Bartolomasi. Durante tutto il periodo del suo insegnamento, del suo apostolato e della sua attività di scrittore esaltò sempre il patriottismo e coloro che per esso si sacrificarono, additandone la grandezza e l’eroismo, come esempio e modello ai giovani. Mons. Giorgio Palin (vivente) - nato a Dignano d’Istria, di famiglia schiettamente italiana, fratello del prof. Palin, volontario di guerra, benemerito per la formazione all’italianità e alla romanità delle coscienze degli alunni del Convitto diocesano di Trieste e Capodistria, per preparare i futuri Sacerdoti. Fu perquisito varie volte durante la guerra e perchè fratello del prof. Antonio, che combatteva, volontario, nell’Esercito italiano, e perchè non volle esporre mai alle finestre del Convitto la bandiera giallo-nera. Per il quale atteggiamento fu fatto oggetto di specifica accusa alla i. r. Luogotenenza di Trieste. Mons. Giovanni Pesante ^ - che pubblicò un libro, intitolato : La Liturgia Slava, con particolare riflesso all'Istria, (Parenzo, Tip. di G. Coana, 1893), tutto permeato di romanità e d’italianità, dotto suggello a sgannare l’improntitudine dei panslavisti, quale risposta documentata all’interpellanza diretta all’i.