chime conferendo a tutta la scena un senso d’intimità domestica. Quindi è forse una donna che s'abbiglia mentre un’ancella le offre i profumi. Ad ambo i lati, la scena era racchiusa da una colonna dorica ■— se ne vede parte di una sola —- che stava a significare l’ambiente in cui la scena si svolgeva. Tali colonne non hanno, quindi, un semplice ufficio decorativo, e perciò richiamano alla memoria le tavolette fittili di Locri Epizefiri (in Italia Meridionale). Il lavoro è d’ispirazione greca, si attiene a schemi della seconda metà del v secolo av. Cristo, ma l’esecuzione è locale e più tarda. È invece di fattura greca una serie di eleganti vasetti della fine del vi e del principio del v secolo avanti Cristo. Greca pure è una bella testa di marmo pario raffigurante un giovane Tritone. Sotto la cornice dei capelli rigogliosi e mossi, i grandi e rotondeggianti occhi son atteggiati ad uno sguardo dolce e un po’ malinconico; attraverso le labbra tumide e semiaperte intravendonsi i denti e tutta la bocca ci appare in atto di profondo respiro. Le orecchie, un po' allungate e aguzze, costituiscono l’unico elemento teriomorfo per cui questo bel giovane va ascritto alla categoria degli esseri mostruosi semiumani. Per varie caratteristiche di stile — sopratutto per il pathos spirante da l’insieme — noi dobbiamo concludere che quest’opera risente fortemente gli influssi dell’arte greca del iv secolo, e più propriamente di Scopas. ♦ 34 ♦