bero) e il regno minerale (pietre o metalli). Ma il materiale di tal genere pervenuto fino a noi ha più valore epigrafico ed archeologico che letterario. In ogni modo le origini del libro vanno ricercate fra quei popoli che in tempi remotissimi avevano già raggiunto un grado elevato di cultura e di civiltà: gli Egiziani, i Cinesi e gli Assiri-Babilonesi: varia fu la materia, duplice la forma: il rotolo e il codice. Il rotolo (latino volumen, da volvere, ciò che è arrotolato o avvolto, da cui è venuta la parola volume che indica l’unità materiale del libro) si trova già nel terzo millennio a. C. presso gli Egiziani, che dal fusto del papiro, pianta acquatica del delta del Nilo, preparavano quella che essi chiamarono con vocabolo giunto fino a noi: carta, rimasta ora unica materia per il libro stesso. La parola papiro (in greco biblos, donde biblion libro, e poi biblioteca, bibliografia, etc.) ha dato origine al nome della carta nelle altre lingue europee: papier, paper, papel. Il rotolo, scritto da una sola parte, in colonne disposte parallelamente alla larghezza delle pagine, aveva all’estremità inferiore un cilindro, intorno a cui si avvolgeva all’esterno una striscia di pergamena, coll’ indice del contenuto, che diventava visibile via via che si svolgeva il rotolo stesso. La lunghezza variava secondo il numero dei fogli (da foglia, primitiva materia scrittoria) di papiro : l’unità di misura commerciale, come oggi per la carta il quinterno e la risma, era di venti fogli, ma negli usi letterari il rotolo ebbe poi una grandissima estensione e la carta fu di varia e ben selezionata qualità. L’Egitto è la terra classica per il ritrovamento dei papiri, non solo antichissimi, egiziani e copti (che per la massima parte sono i cosiddetti Libri dei morti, conservati nelle tombe, di cui è esempio magnifico quello del Museo Egiziano di Torino), ma anche greci, del periodo in cui ad Alessandria fiorì la cultura elleni-