— 30 — Come abbiamo visto gli incunabuli cercano da principio di imitare il manoscritto anche nel miniare le iniziali e nel commentare ed ornare pittoricamente il testo: poi si allontanano sempre più dai loro modelli, con immagini in prevalenza nel testo. Dai primi libri silografici venne l’uso della silografia nell’illustrazione del libro stampato: le prime figure, di incisori tedeschi, si rassomigliano tutte fra loro, anzi la medesima figura serve a rappresentare serie di personaggi diversi e la stessa silografia è usata per illustrare soggetti diversi anche per scopo ed uso: la silografia tedesca segna il suo periodo più glorioso con Dürer. Come si è detto il primo esempio italiano di illustrazione silografica è del 1467, le « Meditationes » del Torquemada, e il più bell’esempio di composizione è 1’« Hypnerotomachia » di Politilo (Francesco Colonna) del 1499 in cui è raggiunto l’accordo armonioso tra figura e testo, ottenendo così una vera opera d’arte. Ma già nel 1477 a Firenze era comparso un libro, il « Monte Santo di Dio », del Vescovo Bettini di Siena, con incisioni in rame (calcografia): l’uso di tali illustrazioni si ebbe da principio nei frontespizi 'e nelle tavole dei libri di geografia, storia naturale, storia d’arte (infatti tale incisione non può come la silografia essere stampata nel medesimo tempo che il testo) : atta a riprodurre pitture ed effetti pittorici di chiaroscuro, ebbe grande diffusione nel Seicento, specialmente per i frontespizi barocchi. L’illustrazione del libro segue il gusto del tempo, prendendo un posto sempre più preponderante e con scopo sempre più decorativo: fregi, fiori, tralci e per maggiore semplicità vignette, di cui l’uso cominciò in Francia e il cui nome deriva dal fatto che i primi ornamenti di questo genere erano ceppi di vigna e pampini; poi ghirlande di rose variamente intrecciate con amorini danzanti e volanti, secondo l’ornato settecentesco francese. Nel sec. XIX ritornano di moda, specialmente