— 81 — Quello che è essenziale per non deteriorare in pochissimo tempo il patrimonio librario, è la completa assenza di umidità (pavimento doppio a vespaio: libri discosti da terra e scaffali dal muro). In ogni modo l’ambiente va reso, quanto più è possibile, decoroso e confortante, tale da invogliare a tornarci : alle pareti i ritratti del Ee Imperatore e del Duce e non inutili anche opportune scritte, brevi e sintetiche, che ricordino le finalità della biblioteca e il vantaggio di una buona lettura. Il medesimo senso di adattabilità deve guidare nella scelta degli scaffali: sarebbe desiderabile che si usasse anche in queste biblioteche la scaffalatura in ferro, leggera, facilmente smontabile, immune da tarli, che ormai si adotta per tutte le grandi ed offre molta economia di spazio. Ma anche in questo non bisogna essere esigenti, per non incorrere in troppa spesa ostacolando così la creazione della biblioteca stessa: adoprare quegli scaffali di legno che si ha mezzo di avere, o che si possono costruire economicamente; non alti più di due metri, profondi non più di venticinque centimetri, con palchetti mobili, in modo che con tasselli, addentellature o altro mezzo più pratico si possano spostare secondo l’eventuale altezza dei libri: in un metro possono entrare da 30 a 40 volumi. Gli scaffali chiusi (e oggi non con vetri o sportelli, ma con reti metalliche o lastre traforate per lasciar circolare liberamente l’aria) non si usano più che per libri rari: se però si potessero già trovare nell’ambiente senza spesa, adoprare anche questi arieggiandoli ogni tanto, che avrebbero il vantaggio di potersi chiudere e di offrire quindi una ragione di sicurezza. Se si dispone di un solo locale si otterrà anche in questo la separazione completa dei libri dal pubblico, collocando a meno della metà dell’ambiente un tavolo grande o vari tavoli attraverso la stanza: oppure un bancone o, tradizionalmente, una tramezza a sportello, in modo che dalla parte degli scaffali si muova liberamente il 6. — Nofri, Libri e biblioteche.