— 37 — e gli scaffali. In seguito molte biblioteche si costruirono all’estero specialmente in America e in Australia, col carattere ormai fissato per tutte di separazione completa dei locali, cioè della sala di lettura e di quella dei cataloghi, dov’è la distribuzione: a parte, ma sempre contigue, la sala per il prestito e, quanto è possibile, le sale riservate per lettura di manoscritti, rari e di consultazione: i lettori assolutamente separati dai libri e l’edificio stesso possibilmente isolato, costruito per lo scopo, in centro, ma in zona tranquilla, con spazio adatto per ampliamenti, cioè per nuovi magazzini che servano a raccogliere l’incremento, almeno in un prossimo futuro, perchè le grandi biblioteche crescono in maniera superiore ad ogni previsione e presto risultano insufficienti, onde la questione dell’ampliamento sia per sopraelevazione che planimetricamente trova sempre grandi difficoltà dentro l’abitato. È ormai acquisita ad ogni nuova costruzione anche la separazione assoluta dei depositi dei libri dal corpo dell’edificio, per la sicurezza del materiale che può essere tagliato fuori in caso d’incendio o di pericolo. Ciò si è fatto per le ultime biblioteche costruite in Italia, la Civica di Torino e la Nazionale Centrale di Firenze (1935), che rispondono a tutti questi moderni requisiti in maniera adatta alla diversa mole e finalità: in quella di Firenze la parte monumentale è nettamente separata dall’altra interna, formata di 5 padiglioni a ventaglio che si dipartono posteriormente da un punto centrale e son destinati ai magazzini. Fra le grandi biblioteche straniere solo le Nazionali di Parigi e di Vienna possono vantare tradizioni e vita di secoli, risalendo come fondazione al sec. XV: quelle del British Museum a Londra e le statali di Berlino e di Monaco esistono dal Seicento e dal Settecento; ma le biblioteche russe (Leningrado e Mosca) e le americane, che sono veramente importanti per en-