— 85 — nibilità (contributi del Comune, proventi delle tessere per il prestito, se a pagamento, probabili elargizioni ed introiti vari) e delle spese, divise secondo i diversi titoli (libri, rilegature, illuminazione, riscaldamento, manutenzione, ecc.). Se la biblioteca dovrà pensare a tutto colle proprie risorse, bisogna stanziare in proporzione per ogni voce e ai libri in generale non può rimanere che, al massimo, poco più della metà dello stanziamento: il resto viene assorbito dalle spese varie. Questo bilancio va presentato all’Ente da cui la biblioteca dipende e concretato in accordo con esso; alla fine dell’anno poi, il bilancio consuntivo dà conto del modo con cui sono state spese le disponibilità, ed è la somma dei rendiconti trimestrali prescritti. Durante l’anno vanno tenuti sempre al corrente, come essenziali di ogni gestione, il libro cassa, specchio dell’entrata e dell’uscita giornaliera, e il libro mastro dei fornitori, in cui è registrato tutto ciò che vien pagato a ciascuno di essi: per biblioteche di maggiore entità si richiede anche il giornale delle spese, diviso in capitoli secondo le spese stesse. Gli inventari che la legge vigente sulla contabilità di Stato prescrive sono due: il registro cronologico d'entrata per i cosiddetti beni immobili e quello delle operazioni inventariali per i mobili: nel primo si devono iscrivere in un’unica serie numerica progressiva non solo i libri, ma anche tutto quello che riguarda la loro collocazione e catalogazione: scaffali, schedari, ecc., tutti considerati come beni immobili : nell’altro, l’arredamento della biblioteca stessa: tavoli, sedie, ecc., classificati fra i beni mobili. Dati i frequenti spostamenti totali e parziali di queste biblioteche è stato giustamente proposto di tenere in esse separati i soli libri da ogni altro strumento inventariale e patrimoniale, tanto più che in generale mobili e arredamento sono di proprietà dell’Ente da cui dipendono o in cui hanno sede. Del resto dove esiste un centro, compie esso stesso le operazioni ammi-