— 60 — Siamo arrivati così all’avvento del Governo Fascista, che subito ha compreso l’importanza e la necessità della cura da parte dello Stato di questi fulcri di educazione popolare e del loro inquadramento in un « Ente Nazionale », creato espressamente nel 1932, mentre poi nel 1934 si dedicò tutto alle Biblioteche popolari il Congresso Nazionale dei Bibliotecari tenuto a Bari, che fu scambio proficuo di vedute e di problemi, fissando direttive comuni e iniziando quell’azione decisiva che ancor oggi continua con sempre maggiore coordinamento e sviluppo. Altri Enti ed Opere assistenziali hanno formato le loro biblioteche, passate ora sotto il controllo dell’Ente, in numero sempre più rilevante: così che si possono considerare otto categorie di tali istituti: 1. gestite direttamente dai Comuni; 2. appartenenti ai Fasci; 3. al-l’Opera Nazionale Dopolavoro; 4. all’Opera Nazionale Combattenti ; 5. all’Opera Nazionale Balilla (oggi G. I. L.) ; 6. presso scuole ; 7. appartenenti alle parrocchie ed Enti ecclesiastici ; 8. a privati. Nel 1930 ne furono censite 3270: il nuovo censimento in atto darà certo una cifra assolutamente sbalorditiva in confronto a questa. Le disposizioni ministeriali hanno cominciato ad essere realmente concrete ed efficaci dopo l’istituzione della Direzione generale delle Accademie e Biblioteche: base e fonte per ogni bibliotecario rimane per ora la circolare Ministeriale 9 settembre 1934-XIII-N. Prot. 8605, che determina completamente il funzionamento di queste istituzioni e i compiti delle autorità che le tutelano: si legga con attenzione, in appendice a questo volume, il testo di essa. Si è poi pensato ai Corsi di preparazione per i dirigenti, istituendoli con B. D. 3 giugno 1935-XIII presso le B. Biblioteche; mentre già anteriormente s’inquadravano nell’Ente le biblioteche dipendenti dal P. N. F. (Foglio di disposizioni N. 311-3 novembre A. XIII) e le scolastiche (Circolare ministeriale 4 dicembre XIII).