— 124 — rita da chi sorveglia la sala in un casellario alfabetico, e la restituisce all’uscita. Quindi in quelle biblioteche popolari (e per ora non sono molte) in cui debba aver luogo la lettura in sede, il servizio è di necessità più complesso e richiede maggior personale, perchè è assoluta-mente necessaria una persona all’uscita, per controllare anche i libri presi a prestito, che risultano da uno speciale lasciapassare, dato in vece della scheda: questo anche se la lettura avviene nella stessa sala della distribuzione e del prestito, nel qual caso l’assommarsi delle operazioni crea nei momenti di maggior affollamento pericolo maggiore per i libri. L’orario della biblioteca deve essere tale da servire veramente al pubblico che la frequenta, offrendogli la possibilità di venire quando è libero dalle sue occupazioni e dal suo lavoro, ed essere anche consono alle abitudini regionali, diverso secondo la latitudine. Per queste biblioteche popolari sarà dunque serale e festivo: possibilmente i frequentatori le troveranno aperte tutte le sere (minimo due ore) o almeno tre volte la settimana, oltre la domenica mattina: si eviterà così anche l’eccessivo affollamento che si verifica dove l’apertura è una volta sola di giorno feriale e che turba l’andamento regolare del servizio, impedendo la vera funzione del bibliotecario. Le operazioni del prestito, che per molte biblioteche popolari è l’unica forma di attività verso il pubblico, poiché mancano della lettura in sede, devono essere compiute possibilmente ogni giorno, se si vuole ottenere un funzionamento regolare e anche evitare l’accumularsi di registrazioni, che diventano sempre più diffìcili a compiersi, via via che il numero cresce. Nell’impiantare un sistema qualunque, che per queste biblioteche dovrà essere il più semplice e sbrigativo, bisogna subito stabilire le modalità e prima di tutto se gratuito o no. È ovvio che, per quanto è possibile, si deve preferire