— 32 — La legatura del libro si può dire che ha avuto origine dall’involucro, in cui si avvolgevano primieramente i rotoli nelle antichissime biblioteche e che fu poi sostituito da un astuccio cilindrico, a sua volta depositato in scrigni artistici e di molto valore, se rotolo o astuccio erano rari, l’uno per contenuto, l’altro per materia. Prevalsa la forma di codice, si x>rotessero i volumi con legature a due piatti, come oggi, ma che, special-mente per opere di culto, erano preziosissime, in avorio o metallo, con ornamenti anche in smalto, per opera di artefici valenti. Il tipo monastico, di stile gotico, che consiste in tavolette di legno ricoperte in cuoio, impresso a freddo, con borchi, grossi chiodi e bulloni, fiorì specialmente in Germania, mentre l’Italia impresse anche alla legatura un carattere di più fine bellezza, rivestendo le due assicelle di seta e velluto. Il Cinquecento segna il primato italiano in tre centri famosi del Rinascimento : Firenze, che adorna i cuoi con impressioni a secco: Napoli con gentile decorazione floreale: Venezia col mosaico a colori d’influsso orientale. E per renderle più splendide si ricorse all’incastro di medaglie e cammei, e anche alla riproduzione di questi in metallo prezioso insieme coi piatti. Originalissime legature italiane del Cinquecento si ritenevano quelle attribuite al bibliofilo Maiolo, che è poi provato essere invece francese: e alla Francia appunto passa durante il Seicento il primato in questo campo, sebbene tanto in questa nazione, quanto in Inghilterra tale arte sia stata introdotta da italiani. Si hanno là, successivamente, vari modelli elegantissimi: in filigrana, barocco, seminati, a merletti e infine, nel secolo XIX, Impero. Fra i tipi usati oggi per legatura non di lusso, si possono ricordare quelle alla rustica, cioè semplicemente cucita e colla sola copertina di carta stampata: alla bodoniana, ossia colla copertina stampata attaccata ai piatti e possibilmente anche sul dorso: in tutta pelle, in mezza pelle e in car-