2. — IL LIBRO MANOSCRITTO Colla parola manoscritto, che, come significato generale, è qualunque documento scritto a mano, si sogliono particolarmente indicare le opere dell’antichità classica e del Medio Evo prima dell’invenzione della stampa, che si chiamano anche codici, senza alcuna allusione alla loro forma materiale. I testi classici, attraverso la dispersione degli ultimi tempi dell’impero e dei primi del Medio-Evo, furono conservati nei conventi e nelle abbazie, specialmente per merito dell’Or-dine Benedettino e ritrovati poi quasi miracolosamente dagli umanisti. Il più antico manoscritto greco a noi pervenuto è una Bibbia del secolo IV d. C. e il primo manoscritto latino un Virgilio del secolo V. Alcuni di questi manoscritti hanno raggiunto poi nelle copie medievali una magnificenza insuperabile e per composizione di pagine e per ricchezza di ornati: scrittura d’oro e d’argento su fondo purpureo, iniziali in rosso, azzurro e verde arabescate o contenenti figure e piccole composizioni nel corpo, decorazioni a piena pagina, e in fine, fregi ed inquadrature originalissime e di varietà sorprendente. Destinati ad uso di principi furono eseguiti da monaci che ne facevano insieme opera di penitenza e d’arte, abbellendo e ornando naturalmente con maggiore impegno i libri liturgici e religiosi: Bibbie, Evangeliari, Salteri (scelta di salmi), Messali, Antifonari (raccolta di canti alterni per le cerimonie sacre) : vanno particolarmente ricordati i cosiddetti Libri d’ore, preghiere messe insieme ad uso dei fedeli, cioè per le ore non canoniche e composti ad uso dei principi e delle corti. Famosi per le loro miniature, furono abbondantissimi in Francia (da ricordare quelli del duca di Berry, della scuola di Van Eyck), ma ne esistono, splen-