— 14 — 3. — IL LIBRO A STAMPA Anche l’invenzione della stampa, come la scrittura, parve cosa soprannaturale e destò tanto stupore ed ammirazione da suscitare sospetti ed accuse di magìa verso i suoi primi cultori. Le sue origini si ricollegano ad uno dei periodi più importanti nella storia dello spirito umano, a quella rinascita gloriosa di cultura e di vita, di cui fu maestra al mondo l’Italia. La stampa è stato uno dei coefficienti più attivi nel diffondere, alla portata di tutti, il sapere e la dottrina fino allora retaggio solo di pochi, nella cerchia monastica o principesca. Nessuna delle famose scoperte che segnano e aiutano il passaggio dal Medio Evo all’età moderna ha avuto tanto valore spirituale e rivoluzionario come questa: gli stessi che ne iniziavano l’esperienza erano colpiti d’ammirazione profonda ed esprimevano nel sottoscrivere i loro lavori con frasi ingenue la meravigliosa potenza e l’arcana origine di essa. E ancor oggi, se si confronta il fascio informe del manoscritto col libro concreto nella sua forma, che appaga l’occhio e il gusto, vien fatto quasi di gridare al miracolo. La scoperta, benché naturalmente accolta con aperta lotta dagli amanuensi, che prevedevano la fine della propria arte, si affermò subito, adatta com’era al momento, in cui per il crescente desiderio d’imparare e conoscere era necessario che gli esemplari delle opere si moltiplicassero più rapidamente e anche meno costosamente dei manoscritti. L’apice della più rapida diffusione nello spazio e nel tempo si è avuto poi colla forma di giornale. I primi tipografi hanno raggiunto una tale perfezione, nelle proporzioni geometricamente precise e nell’armonia delle parti, che non è stata mai più superata, nonostante i progressi tecnici e formali nei secoli. Presi a modello i magnifici manoscritti