— 9fi — Altra difficoltà sono i ’prefissi, ma anche qui in generalo vige la regola dell’uso corrente e della forma più conosciuta: infatti si conservano innanzi alla parola d’ordine quelli che fanno parte integrante del cognome: le parole San, Santo, Saint, Fritz, Mac: gli articoli, le preposizioni semplici ed articolate tanto italiane che straniere: Li Gotti, Bel Bianco, Le Blanc, Dos Passos. Si pospongono: il di dei casati nobiliari italiani; il de francese; von, vorn, von der tedesco; van, vari der olandese: Azeglio (Taparelli d’); La Fontaine (De); Schen-dal (Van); Bismarck (Von). Anonimo. Secondo la regola italiana si pone come parola d’ordine delle opere anonime la prima parola del titolo che non sia un articolo, determinato o indeterminato, con criterio più pratico, e che assicura maggiore uniformità di catalogo, di quelli adottati all’estero, in cui si preferisce o il sostantivo reggente o la parola più significativa: Italia (L’) in Africa. Bibbia (per lingue e poi per parti). Da osservare: ogni numero che sia parola d’ordine si considera come scritto in tutte lettere. Per tali opere anonime occorre sempre ricercare negli adatti sussidi bibliografici se è possibile identificare l’autore: anche le collezioni si schedano come opere anonime. Enti collettivi. Si considerano come autori delle rispettive pubblicazioni tanto le Accademie e Deputazioni, che le Società, le Corporazioni di arti e mestieri, gli Istituti, gli Ordini cavallereschi, gli Ordini monastici: la parola d’ordine adottata per essi è quindi il loro nome ufficiale: Accademia (E.) delle scienze di Torino; Ordine dei Cavalieri di Malta; Compagnia di Gesù. Le pubblicazioni di partiti politici, del Parlamento, dei Ministeri, delle Amministrazioni pubbliche si schedano sotto il nome dell’Ente: Partito Nazionale Fascista; Ministero dell’Educazione Nazionale; Comune di Torino. Gli atti dei Governi, i codici, le leggi si schedano sotto il nome del relativo stato o, per il passato, anche della città: Francia, Firenze.