— 130 — perchè vana sarebbe, anzi dannosa e senz’altro stolta, qualunque intenzione di emulazione o di preminenza. Invito quindi tanto le autorità governative come la Presidenza ed i Comitati locali dell’Ente a tenersi in stretto contatto fra di loro per cooperare al buon andamento delle Biblioteche popolari. Per quanto concerne l’opera che svolgono i rappresentanti dell’Associazione fascista della Scuola (sezione Bibliotecari), ho piena fiducia nell’attività che essi intenderanno esplicare nell’ interesse delle Biblioteche popolari. Tali informazioni, diretta emanazione del P. N. P. con l’autorità, della quale perciò stesso dispongono, con l’interesse che dimostrano per ogni manifestazione diretta alla elevazione culturale della Nazione, facendo opera di persuasione e di patrocinio presso le Autorità comunali o presso le Opere parastatali o presso qualsiasi altro Ente che abbia per fine la istituzione delle Biblioteche, saranno di prezioso ausilio per risolvere le difficoltà che tuttora permangono gravissime per lo sviluppo ordinato ed armonico delle Biblioteche popolari. Poiché queste non potranno mai essere organismi vivi, e come tali giovare all’educazione e alla cultura del popolo, se non quando con la lettura in sede o con quella a domicilio potranno avere una clientela di lettori sempre più vasta, e di continuo rinnovantesi. L’aumento dei lettori dovrà procedere parallelo a quello delle raccolte; non sarebbe normale il funzionamento di una Biblioteca popolare quando l’una forma d’incremento non si accompagnasse all’altra. Si è detto che il popolo italiano, nella sua generalità, poco legge: se anche ciò fosse vero (del che dubito), sono persuaso che il fenomeno in gran parte dipenderebbe dal fatto che le Biblioteche non sono tali da invogliare il lettore a frequentarle. L’esperienza conforme che, ove la Biblioteca sia allogata in appositi locali decenti, contenga periodici e collezioni moderne ben scelte, secondo le esigenze culturali degli abitanti, funzioni con la dovuta regolarità e con l’assidua assistenza del bibliotecario, i lettori a poco a poco accorrono, aumentano di numero e non abbandonano più nè il prestito nè la sala di lettura. La speciale condizione delle biblioteche italiane, così numerose e ricche di materiale antico anche in modesti centri, non ha consentito, per varie cause che qui sarebbe superfluo indagare, lo sviluppo di numerosissime biblioteche pubbliche di tipo moderno, ben attrezzate, adatte alla cultura media e del popolo. Le nostre Biblioteche popolari solo in poche città funzionano bene, o per tenacia di pionieri in questo speciale campo della cultura o per intelligente concorso di opere ad hoc, o per particolare interesse delle amministrazioni. Le altre, e specialmente quelle dei piccoli centri si trovano — quando vi sono — in stato rudimentale. E pertanto credo qui necessario, rivolgendomi a tutti, Enti e persone che debbono occuparsi di Biblioteche popo-