— 89 — se il libro veniva trasportato altrove: ora si cerca di adottare una collocazione mobile senza dipendenza dal luogo, per cui il libro può essere rimosso senza inconvenienti. La più elementare collocazione appare subito quella che vien data secondo il numero che il libro ha nel registro d’entrata, che funge allora da semplicissima segnatura: non si può negare che praticamente si riesce così ad avere il libro al suo posto, a ritrovarlo ad ogni richiesta e a far corrispondete il suo numero di catena a quello d’ingresso. Bimane però da risolvere la difficoltà presentata dalle collezioni e dalle opere in continuazione, i cui volumi non entrano contemporaneamente e non possono quindi avere il medesimo numero d’ingresso: se per le collezioni si può dare a ciascuna opera una collocazione separata, secondo il proprio numero, perchè ciascuna, pur con un carattere comune, sta a sè, non così per i volumi singoli delle continuazioni cho, essendo parti di un tutto, sono inseparabili. Oltre a ciò, questa più che empirica collocazione non tiene conto nè delle dimensioni del libro o formato, nè del suo contenuto o materia, in riguardo ai quali elementi si determinano i sistemi usati per la collocazione stessa. Quello per formato ha il vantaggio dell’economia di spazio e di offrire insieme, colla uguaglianza d’altezza, una visione ordinata e composta dei libri : quella per materia di riunire opere di argomento affine, costituendo sezioni separate, con molta comodità per la scelta e per la distribuzione. Le grandi biblioteche moderne non possono che adottare la collocazione per formato: per altre, come le popolari, è preferibile per materia: al diverso • inconveniente cho l’una e l’altra olirono, cioè alla diversità di soggetto in quelli per formato e alla ineguaglianza di altezza in quelli per materia, si può rimediare in parte, per il nucleo maggiore che entra al momento della formazione, collocando, nel primo caso, quanto più