Parte I. 1. — IL LIBRO: MATERIA E FORMA Se le origini del libro si perdono nell’anticMtà remota, avvolta ancor più di mistero è l’origine della scrittura, che, al pari di tutte le prime conquiste della civiltà, è stata considerata sempre qualcosa di sacro: dono di un dio, come in una leggenda egiziana, o di un semidio, come nella tradizione greca, che l’attribuisce a Prometeo. Dalla primitiva fase figurata o pittografica, in cui ogni segno cerca di rappresentare l’oggetto, si passa a quella simbolica o ideografica, progredendo nella comprensione del concetto (geroglifica) per arrivare alla fonetica, in cui segni determinati acquistano valore di suono indipendentemente dalla forma, come nell’alfabeto dei Penici che per primi rappresentarono con ventidue segni tutte le articolazioni del loro linguaggio (sec. XIII a. C.) e le trasmisero agli Ebrei, ai Greci (sec. VII a. C.), agli Italici, agli Etruschi, nelle loro continue navigazioni in tutto il mondo. La scrittura, come anche il libro, non fu da principio usata per scopo letterario, ma per tramandare documenti ed atti, privati e pubblici, della vita del tempo: per essi fu adoprata materia naturale, non elaborata a tale scopo, quale offriva il regno vegetale (foglie e cortecce d’ài- 1. — Nofri, Libri e biblioteche.