— 3 — stica. Questo si deve al clima dell’Egitto, che per la sua mancanza d’umidità è ottimo conservatore e al fatto che tali papiri erano stati posti nelle tombe, tardi violate, prima come oggetto di devozione, poi incollati insieme per formare casse da deporvi le mummie. Altro centro importante per il ritrovamento dei papiri è stato Ercolano, dove fu scoperta in una stanza ad uso di biblioteca una raccolta di testi greci, principalmente filosofici: tanto gli egiziani quanto gli ercolanesi sono oggetto di studio come nelle altre nazioni, anche in Italia, che ha laboratori speciali per il restauro e valenti studiosi che ne curano la ricerca e la lettura. Il più antico rotolo egiziano è del 2400 a. 0.; il più antico greco del sec. YI a. C. I Greci poi nel III secolo cominciarono ad usare per la scrittura la pelle di bestiame, di cui si erano serviti anche prima gli Egiziani, gli Ebrei, i Persiani, ma ne perfezionarono la preparazione a tale scopo, in concorrenza alla produzione del papiro esclusiva dell’Egitto: l’invenzione fu attribuita alla città di Pergamo, donde il nome pergamena. Da principio l’uso fu ristretto, ma a partire dal VI secolo si sa che divenne generale in forma di rotolo e presso i Greci e presso i Romani, quantunque non ne possediamo più esemplari: gli Ebrei se ne servono ancora per il loro libro sacro: la Torà. I Cinesi adopra-rono per tale forma di rotolo la seta: i Romani anche il lino, non macerato, ma tessuto in tela, che gli Egiziani avevano già adoperato per le fasce scritte poste intorno alle mummie. L’origine dell’ altra forma di libro, quella compatta, cioè il codice che poi ha prevalso, si può riconnettere alle tavolette di legno che giài Cinesi usavano, anche se non con scopo veramente letterario, nel terzo millennio a. C. Infatti codice, dal latino caudex, non vuol dire altro che la parte solida del legno, opposta a liber, scorza; passò poi a significare le tavolette stesse di legno,