4. — LOCALI - LA SCAFFALATURA -L’ARREDAMENTO Molte biblioteche popolari, secondo le disposizioni del decreto del 1917 che le istituiva, hanno ancora sede presso le scuole, di cui devono non solo integrare, ma continuare l’opera: lo conferma la circolare del 1934 insieme coll’intenzione di sodisfare alle necessità del momento, a mezzo di sistemazioni provvisorie, non definitive. Purché la biblioteca sorga e possa funzionare presto in modo da adempiere al suo fine, conviene astenersi, cominciando dai locali, dal creare complicazioni e dal voler troppo in contrasto colle possibilità reali, ed accettare almeno inizialmente quello che è permesso avere, pur insistendo con tenacia e fervore, perchè non proprio la biblioteca sia costretta a cedere gli ambienti migliori al resto delle attività che fanno capo alla stessa sede, ma abbia almeno pari trattamento. La circolare, opportunamente, chiede il minimo possibile: e poiché l’ideale di una sede appositamente costruita non può ancora per tutte queste biblioteche avverarsi, insiste sull’autonomia e vita appartata di esse, prescrivendo che abbiano un proprio accesso sulla via, in modo da costituire un organismo a sè, non a contatto degli altri ambienti di maggior frequenza, per non turbare le altre manifestazioni che si svolgono e per non esserne turbati. Se la biblioteca avrà solo la lettura a domicilio, sarà più. facile accontentarsi dei locali, e in caso che non sieno troppo felici per aria e luce, si cercherà di sopperirvi con qualche mezzo artificiale; ma se invece la biblioteca avrà anche la lettura in sede (per ora assai rara), le esigenze di necessità dovranno essere maggiori e per l’ampiezza e per le condizioni di aereazione e illuminazione.