— 48 — forme d’arte che fino a poco tempo fa prevalevano in queste, cioè la prolissa autobiografia, il vuoto lirismo e il fatuo impressionismo. Nell’abbondante produzione, che non ha ancora trovato il suo vero modo e la sua vera forma, ma, testimone dell’inquietudine anche estetica dello spirito contemporaneo, si agita nella ricerca ansiosa di essi, domina però un’assidua riflessione critica, che le conferisce un tono di singolare elevatezza e ,si esplica in una prosa più ampia e in una rappresentazione collettiva, nella quale l’espressione di stati d’animo individuali tende ad allargarsi e a diventare universale. Su tutto aleggia uno spirito poetico, che par quasi essersi trasferito dalla poesia a questa prosa. Si sente ovunque il travaglio del rinnovamento per giungere dai vari ermetismi, simbolismi e surrealismi a un realismo intimamente spiritualista. La Francia, che è sempre stata maestra di romanzi e che ha diffuso in tutte le letterature la sua influenza decadentista (Baudelaire) e surrealista (Gide e Proust), • oltre i consueti modelli d’introspezione e di fine analisi autobiografica, produce un numero non indifferente di romanzi a ciclo e di costumi, che continuano ad essere espressione di ambienti e di sentimenti collettivi. In Germania ed in Austria il romanzo, restringendo il cosmopolitismo a cui si era da qualche anno ispirato, segue il momento politico e diventa gelosamente nazionale prendendo spunto dalla vita dei campi o dal mito. Nella Russia si pubblicano romanzi a lungo metraggio, dove si prospetta l’urto fra le generazioni e si riflettono le imprese in grande stile dell’industrializzazione del paese. Anche il romanzo ungherese si orienta verso la vita collettiva, quella del proletariato campagnolo che costituisce in Ungheria la classe sociale base e tratta del benessere e dei problemi di essa. In Inghilterra, se prevale il romanzo epico tradizionale, trattato secondo i nuovi concetti della relatività, abbonda anche la lette-