— 94 — tavole (figure non comprese nella numerazione) che si contano a parte; se c’è, anche il numero dell’esemplare, quando sia un’edizione di esemplari numerati o speciale. Per completare la scheda si usano anche punteggiatura e segni convenzionali: la punteggiatura si mantiene quale appare nel titolo: se non c’è, si supplisce, seguendo il senso: i segni convenzionali sono la virgola, i punti, lo lineette e le parentesi. La virgola suole separare il cognome dal nome nella parola d’ordine: i punti (in generale tre) indicano omissione: la lineetta serve ad unire due numeri e significa « fino a » : le parentesi tonde nella parola d’ordine significano anteposizione, come la virgola, e servono anche in calce alla scheda per indicare il titolo della collezione o dell’opera di cui fanno parte o sono estratti: quelle quadre racchiudono ciò che è aggiunto dallo schedatore per completare o rendere maggiormente chiaro. Parola Wordine. È l’elemento più importante della scheda : e, in generale, è il cognome e nome dell’autore, separati da una virgola: se l’opera è collettiva, il nome dell’Ente o della Società letteraria o scientifica che è considerata come l’autore dell’opera: se anonima, la prima parola che non sia un articolo. Molte volte si possono trovare vere difficoltà a determinarla tanto come scelta, che come forma: e allora è bene, empiricamente, fissare e ricordare due criteri fondamentali: per la scelta, ricercare sempre la paternità dell’opera, sceverando la parte avuta dall’autore vero cioè di colui senza il quale l’opera non potrebbe esistere, sia che scriva sopra un determinato argomento, sia che ordini o scelga materiale altrui, da quella di eventuali collaboratori: per la forma, preferire senza eccezione quella più usata che viene in mente da sè a chi cerca un’opera. Secondo il primo criterio: le antologie si schedano sotto il nome del raccoglitore, ma le scelte di un unico autore sotto il nome di