244 CAPITOLO Vili. ticolari nozioni sull'arte di tenere i libri delle ragioni in doppia scrittura, era stato preceduto dieci anni avanti da un veneziano, Pietro Borghi, autore di un’opera di aritmetica, che è uno dei primi trattati di ragioneria (1). Nel secolo XVI fu altresì a Venezia l’insigne matematico bresciano, Niccolò Tartaglia, che nel tempio dei Santi Giovanni e Paolo spiegò Euclide. Il Tartaglia chiuse la vita in una misera casa in confinio Sancti Sal-vatoris <2), lasciando un discepolo veneziano, degno di lui, Giovanni Battista Benedetti (n. 1530, m. 1590). In un’opera, pubblicata a ventitré anni, il Benedetti risolve MAPPAMONDO DI BERNARDO SILVANO (1511). (Dall’opera « Claudi! Ptholomaei Alexandrini Liber Geographiae cum tabulis et universali figura et cum additione Incorimi quae a rccentioribus reperta sunt ». Venetiis, per Jacobum Pentium de Leucho, MDXI, Tav. ultima. (Biblioteca Marciana, n. 43294). tutti i problemi di Euclide con una sola apertura di compasso, ingegnosa esercitazione, accennata da alcuni sommi matematici. In altri suoi scritti, precedendo Galileo (3), sco- scarini, Let. veri, cit., pag. 95, n. 1). E il cremonese Daniello Gaetani inviava le opere di Euclide, pubblicate e curate dallo stesso Paccioli, al patrizio Daniele Renier, buon matematico, membro dell’accademia di Aldo Manuzio, del quale fu l'esecutore testamentario. Agostini, Scritt. ven., pref. XLVIII. (1) La prima edizione del 1484 usci dalla tipografia di Erardo Ratdolt di Augusta. In un’edizione successiva del 1488 il Borghi si dichiara veneziano: Qui comenza la nobel opera de arithmeticha ne la qual se tracta tutte cosse a mercantici pertinente, facta e compilata per Piero Borgi da Veniesia. (2) Il testamento del Tartaglia, in data del 16 dicembre 1557, è negli atti del notaio Rocco de Benedetti. (Arch. di Stato, Se;, no/., reg. 425, voi. 1, c. 357). Fu pubblicato nella raccolta intitolata: In mem. Dominici Chelini, collectanea mathematica nunc primum edita cura et studio L. Cremona et E. Beltrami, Milano, 1881, pag. 343-390. Cfr. A. Favaro, Per la biografia di Nicolò Tartaglia, in « Arch. Stor. lt. », a. LXXI, n. 270, pagg. 335-372. (3) 11 Tiraboschi (t. VII, pag. 770) cita il giudizio del cardinale Michelangelo Ricci, il quale scrive che a Galileo il Benedetti « apri la strada più che ogni altro, e forse fu solo a lui scorta nel suo filosofare ». Il Libri (op. cit., voi. Ili, pag. 161, n. 2) conferma il giudizio scrivendo: « c’est surtout dans Benedetti que Galilei a d;i puiser les éléments de * la mécanique ».