LA CITTÀ NELL’ARTE DEL RINASCIMENTO 67 artisti(1), che contribuirono a compiere il trionfo dell’arte sulle rive della laguna. A questo stupendo spettacolo di bellezza si educava continuamente il popolo, e la leggenda della festa fiorentina perla Madonna di Cimabue, da cui la strada prese il nome di Borgo Allegri, qui diviene storia d’ogni giorno, perchè le glorie dell’arte sono salutate dal popolo come una gloria cittadina. Quando, il 21 marzo 1496, sul campo dei Santi Giovanni e Paolo, si scopri il monumento al condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni, che aveva lasciato molte ricchezze alla Repubblica, manifestando il desiderio che gli fosse eretta una statua sulla piazza di San Marco (-2\ nota il Sanudoche tutti lo andoe a veder E grande fu 1 ammirazione destata, ma tutta per l’opera d’arte; non per la grandezza del condottiero, chè di ben altri guerrieri s’era gloriata Venezia, e neppure per l’autore del monumento, il quale era stato incominciato da Andrea del Verrocchio e compiuto ARCH. GUGLIELMO GRIGIS E BARTOLOMEO BUONO - LE PROCURATIE VECCHIE (A. 1496-1517). da Alessandro Leopardi, nè si sapeva distinguere a quale dei due artisti spettasse il merito maggiore. Quel miracolo d’arte era riuscito qual’è, non per virtù d’ingegno (1) Dal ducato di Milano vennero Matteo Raverti milanese, i Lombardo (Solari) originari di Carona sul lago di Lugano, i Bregni o Brignoni, originari di Richeggia pure sul lago di Lugano, Giovanni Buora (m. 1513) di Osteno nel Comasco, Antonio Abbondi, detto lo Scarpagnino (m. 1548), di Milano. Dalle terre soggette a San Marco giunsero molti altri artisti insigni. Da Treviso, i pittori Vincenzo Catena, Pier Maria e Girolamo Pennacchi, Paris Bordon e Giorgione; dal Cadore, Tiziano; da Vicenza, gli architetti Tomaso Formenton e Palladio, l’incisore di gemme Valerio Belli, i pittori Buonconsiglio, detto il Marescalco e Benedetto Montagna, figlio di Bartolomeo da Orzinuovi, il Maganza e i bassanesi Da Ponte; da Verona, gli architetti fra Giocondo, Sammicheli, Falconetto, lo scultore e architetto Antonio Rizzo e i pittori Girolamo dai Libri, Morone, Liberale, Cavazzóla, Caroto, Brusasorci, Badile, Torbido, Bonifazio de’ Pitati, Caliari, Dario Varotari; da Padova, il Mantegna, il Montagnana, Alessandro Varotari e gli scultori Bartolomeo Bellano e Andrea Briosco; dal Friuli, Giovanni da Udine, Pellegrino da San Daniele e il Pordenone. Da Brescia basti ricordare Girolamo Romanino (1485-1566) e Alessandro Bonvicino, detto il Moretto (1498-1554). Bergamo fu un semenzaio di artisti. Bergamaschi gli architetti Bartolomeo Bon (m. 1529), proto nel 1492 all’ufficio del sale, Guglielmo Grigis, detto Bergamasco (ser Vieimo de Jacomo taiapiera) di Alzano (m. 1550) e, insieme col fratello Bernardo, Mauro Coducci (m. 1504) di Lenna della Valle Brembana, fin qui creduto della famiglia Solari e conosciuto col nome di Moro Lombardo. Bergamaschi i pittori Palma, Previtali, Cariani, Santacroce. (2) Il Colleoni, nel suo atto di ultima volontà, rivolgendosi alla Repubblica, rogai ut dignetur facere fieri imaginem... super equo brondeo et ipsam imaginem ponere super platea S. Marci. Belotti, Bart. Colleoni cit., pagg. 559, 560. (3) Sanudo, I, 96.