256 CAPITOLO Vili. Navagero, Agostino Beazzano <■>, Bernardo Cappello, Domenico Veniero e pochi altri <2>. A traverso il gelo del petrarchismo, una passione calda, forte, sincera vibra nei versi di Gaspara Stampa, padovana. Le orme del Petrarca e del Bembo seguivano anche Antonio Brocardo, figlio del medico Marino <3>, e Cornelio Castaldi, da Feltre (m. 1537), quando insorsero contro la poesia bembeggiante, che della soavità petrarchesca non aveva se non la ingannevole apparenza. La ribellione alla incontrastata autorità del Bembo parve audace irriverenza in un giovine, quale il Brocardo, e non tardò a scoppiare una fiera controversia; principal fautore del Bembo, l’Aretino, con l’atroce invettiva e lo scherno osceno; difensori equanimi del Brocardo, Bernardo Tasso e il Berni. Non era animo di ribelle il Brocardo, il quale, assalito da sì terribili armi, si avvilì e infermò, e il 29 agosto 1531, poco più che trentenne, si spense (4). La malignità, che troncò questa giovine esistenza, non ebbe a patire il Castaldi, al quale però non mancarono aspri rimproveri per aver canzonato i petrarchisti servi di vane parole (5). Alle vanità concettose degli imitatori e dei contraffattori del Petrarca (6) s’accompagnano i bisticci, le ampollosità, le strampalate metafore d’altri verseggiatori, come Luigi Groto (n. 1541, m. 1585), chiamato il Cieco d’Adria per aver perduta la vista pochi giorni dopo la nascita. Si recava egli più volte a Venezia, coll’ufficio di oratore della sua città nativa, e in pari tempo rallegrava con suoni e canti le brigate. Neppur l’ispirazione, che avrebbe potuto scaturire nobile e alta dalle geste veneziane, dalla tenace resistenza ai collegati di Cambray, dal trionfo della civiltà cristiana contro la barbarie ottomana a Lepanto, accende nobilmente la fantasia dei poeti innumerevoli. Tra la gonfia magnificenza della poesia dotta, si ode lo scroscio di una gioconda risata soltanto nella poesia vernacola, non rade volte indecente, spesso triviale e sguaiata, ma talora arguta e sincera <7>. Una canzone fresca di sorriso, dì arguzia, di spontaneità è La strazzosa di Maffeo Veniero (n. 1550), arcivescovo di Corfù, morto a trentasei anni, prelato non molto gastigato, ma poeta leg- (1) Andrea Navagero, insieme col poeta Agostino Beazzano, nato in Treviso da famiglia cittadinesca veneziana fu ritratto da Raffaello in un quadro, che è nella galleria Doria a Roma, e va sotto il nome di ritratti di Baldo e di Bartolo. Il Minghetti (Raffaello, Bologna, 1885, pag. 180) crede che non possa sorger dubbio sulla identità della persona, quando si paragoni colui che porta il berretto, ed ha faccia virile, severa insieme e arguta, col ritratto della galleria di Berlino, fatto da un pittore veneto nel 1526, e che porta la leggenda: Andreas Navagerus. (2) Marco Foscarini aveva in animo di pubblicare le rime di sessanta patrizi veneziani del secolo XVI, alcuni dei quali son ricordati nelle Operette di J. Morelli (voi. I, pag. 195 e segg.). Cfr. Crespan, Del petrarchismo e dei petrarchisti ven., in « Petrarca a Venezia», Venezia, 1874; Graf, Attraverso il Cinquecento cit. (Petrarchismo), pag. 28 e segg. (3) Nella galleria di Budapest si addita un ritratto di Antonio Brocardo, erroneamente attribuito a Giorgione. Nel quadro sono inscritte queste parole: antonius brokardus marii f. Ma che il dipinto rappresenti il poeta Brocardo e che l'iscrizione sia autentica è da disputarsi. (4) Vitaliani, Antonio Brocardo, una vittima del Bembismo, Lonigo, 1902, cap. X. (5) Ferracina, Cornelio Castaldi, P. I, La Vita, Feltre, 1899. (6) Il Petrarca fu contraffatto in ogni guisa, sino a trasformare l’amore di Laura di profano in sacro, com’ebbe ardire il frate Girolamo Malipiero ne II Petrarca spirituale rist. nuovamente et dalChautore corretto (Venezia, Marcolini, 1538). Il Malipiero è anche autore di un poema latino sulla vita di San Francesco. (7) Una raccolta, più volte ristampata, di sonetti, disperate, canzoni, mattinate, capitoli in vernacolo si ha con questo titolo: La Carovana, rime piasevoli di diversi autori nuovamente raccolte da mess. Modesto Pino, P. I., Venezia, 1573. HtEnaiOMvr FÀBnictvf A»A