440 CAPITOLO XIII. tonavano bombarde (1). Ma le amicizie politiche seguono le vicende degli avvenimenti, e, cinque anni dopo, nell’aprile del 1500, mutati gli umori, con uguale allegrezza, si festeggiò la prigionia di Lodovico il Moro, l’antico amico, il quale s’era stretto a coloro che congiuravano ai danni di Venezia. Le campane sonarono, come prima, a distesa, e la sera, in piazza san Marco, la Signoria fece portare trenta carri di legna per far fuochi di gioia. « Et l’orator di Pranza — continua il Sanudo — ozi IL CARNEVALE A VENEZIA (FINE SEC. XVl). (Dagli « Habiti » del Franco). « venuto, fe comprar un burchio di legne e fe cazar fuogo per mezo la sua caxa «et fe brusar le legne con tutto el burchio qual lo pagò» <2). Nel 1508 la Francia, (1) Malipiero, Annali cit., P. I, pag. 337. I festeggiamenti, fatti in quell’occasione, dovettero avere una larga eco nella penisola, se ne troviamo menzione nelle note di un modesto speziale modenese, Jacopino de’ Bianchi, detto de’ Lan-cellotti, il quale nota gli avvenimenti del suo tempo (1469-1502), come fece anche il figlio di lui Tommasino (v. addietro, pag. 37, n. 1). Jacopino scrive che quando fu pubblicata la lega, a Venezia « feceno una grande et belissima pro-«zesion esendo da san Marcho verso la marina e andando intorno la piaza de san Marcho e tuta cuperta de pano « et intorno da sera per la porta de san Marcho con tutte le compagnie, in la quale in una si ge 600 persone, in l’altra «500, in una altra 300, e tute le levereie a la similitudine de queli che sono in la liga zoè feceno uno Papa con li « gardenali vistiti a quela similitudine ecc.». Cron. modenese di J. de’ Bianchi, in « Mon. di st. patria delle prov. mod. », Parma, 1861, pag. 144. (2) Sanudo, 111, 223.