270 CAPITOLO IX. che per certi caratteri ci sembrano appartenere alla casta nobiliare, come quello di un giovine sconosciuto di Giorgione, rivelano nell’aspetto una razza ormai raffinata, non senza però che i segni tipici delle schiatte dominatrici non appaiano nella forte riquadratura del cranio, nelle linee della faccia a piani vigorosi, nella bocca angolosa, nel naso forte e adunco. Il guerriero valoroso, il politico acuto, il mercante sagace si vanno trasformando nell’uomo socievole, amante della vita; ma la stirpe non è ancora fiaccata dalla mollezza del costume e rivela ancora, nella gagliardia dell’aspetto, l’esercizio delle armi e del navigare, specialmente se si confronti l’espressione del volto di questi uomini con quella dei loro discendenti. La nobile energia, che a questo tempo è anche nelle immagini di uomini maturi e di vegliardi dalla bianca barba, si trasfigura nei ritratti del Seicento in una espressione fatua e insolente, e nella grazia un po’ sdolcinata delle immagini del Settecento. Permane nella torma aquilina il naso, che tra le diverse parti del viso, è quella che l’eredità morfologica conserva meglio. Dignità d’aspetto è pur nel tipo dei borghesi e dei mercanti, i quali conservano ancora i segni di una stirpe, che aveva avuto comune la origine coi nobili, da cui era stata separata per le riforme politiche; ma tra patrizi e plebei è ben distinto il tipo, plasmato lungo tante generazioni che avevano tenuto nettamente separati i connubi tra le due classi sociali. Le donne invece, nate in un mite clima e lasciate alla chiusa vita casalinga, hanno tutte come un’aria di famiglia: chiaro e ovale il volto, le labbra sanguigne, biondi i capelli, ricolmo il seno, la carnagione nivea, soffusa di una luce aurea. Il fresco e formoso tipo veneziano è trasformato dai pittori primitivi nelle Madonne dalla fisionomia splendente di purità cristiana e assorta in un’idealità che giunge al sovrumano in Giovanni Bellini. Nei Cinquecento, i pittori, affrancati da timidi ritegni, sembrano pagani che dipingano Cristi e Madonne, angioli e santi, e il Cristianesimo, con le sue profonde mestizie, si trasforma quasi in una mitologia sorridente e gioconda. La nudità delle ferme delle belle popolane si ammira nelle figure di sante, come la Maddalena, e la vigoria dei giovani figli del popolo, nelle armoniche proporzioni del corpo ignudo, appare nei santi guerrieri, Giorgio Maurizio, Michele e, più specialmente, in Sebastiano, l’Apollo del Cristianesimo. Le membra sono forti e snelle, vigorosa e morbida la muscolatura; la TIPO DI GIOVINE POPOLANO. TIZIANO — PARTICOLARE DEL QUADRO • SAN MARCO E SANTI *. (Venezia, chiesa della Salute). TIPO DI GIOVINETTO POPOLANO. PARIS BORDON — PARTICOLARE DEL QUADRO « L’ANELLO DEL PESCATORE». (Venezia, Accademia).