414 CAPITOLO XII. della commedia vecchia e del teatro vecchio, per distinguerlo da un altro teatro, eretto nel secolo XVII, nella stessa contrada. Quello del Palladio e l’altro vecchio di San Cas-siano furono i due primi teatri stabili veneziani, presto seguiti da molti altri. Intanto che il dramma attraversava le diverse sue fasi, fioriva la musica, antica delizia dei Veneziani. Antonfrancesco Doni magnifica le condizioni dell’arte d’Euterpe in Venezia <*>, dove, al dire di Francesco Sansovino, essa pareva come nella sua propria e naturai dimora <2), essendo favorita dalla liberalità del Governo e dei patrizi, STRUMENTI MUSICALI DIVERSI. (Tavola del « Thoscanello della Musica» di Pietro Aron, Venezia, Vitali, 1523). dalla dolcezza del dialetto, dalla postura della città, che, con le sue bellezze artistiche e naturali, manteneva nell’anima degli abitane quel senso di voluttuosa dolcezza, che ne’ suoni ha la più efficace manifestazione. Le stesse arti rappresentative esprimono l’amore di Venezia alla musica. Jacopo Sansovino volle significarlo con la statua d’A-pollo, posta sulla Loggetta (3); e il sentimento indefinito, ispirato dall’arte de’ suoni, (1) Doni, Dialogo della musica, Vinegia, Scoto, MDXLII1I. (2) F. Sansovino, Venetia cit., lib. Vili. (3) Jacopo Sansovino, spiegando il significato delle sculture della Loggetta, diceva di avervi collocato Apollo, non pure per significare l’armonia con la quale Venezia procedeva ne’ vari ordini del suo Governo, ma anche per dimostrare il diletto singolare che hanno i cittadini per la musica. Temanza, Vita di Jac. Sansovino, Venezia, MDCCLII, pag. 26.