28 CAPITOLO II. la Riforma riempì e rifoggiò di sè parte d’Europa, Venezia non permise che il protestantesimo mettesse salde radici nelle sue terre, non pure per rispetto alla fede dei padri, ma anche per ripugnanza a tutte le novità che avrebbero potuto turbare l’anima e la concordia dei sudditi. D’altra parte non poteva ascoltare le sollecitazioni di Roma che voleva espulsi e perseguitati i novatori, senza mancare alle tradizioni di quella tollerante ospitalità che le aveva procurata non pure la estimazione universale, ma aveva anche giovato ai suoi interessi politici e commerciali. Per ciò nell’asilo delle lagune avevano trovato libertà di vita e di coscienza molti seguaci delle nuove dottrine, i quali ne potevano far persino pubblica propaganda (1). Tanta tolleranza provocò le ire e le minacce del Vaticano, ma la Repubblica seppe col suo accorgimento governarsi in modo da schivare i pericoli e far suo prò delle congiunture. Infatti, in sulle prime, combattè con prudenza e cautela il protestantesimo, che era professato da grandi principi e occupava mezza Europa, ma dopo che le nuove dottrine ebbero numerosi proseliti e in Venezia e nella Terraferma, minacciando la quiete pubblica, la Repubblica credette opportuno dar mano alla Santa Inquisizione, per estirpare con occulti supplizi la pianta ereticale (2>. L’opera in comune ad un fine comune non valse però a permettere alcuna ingerenza della Chiesa negli affari dello stato, e per riaffermarne la sovranità si offerse subito l’occa- ARCH. ANTONIO CONTINO (?) 0600) - IL PONTE DEI SOSPIRI. . XT , , sione. Nel 1563, con solenne cerimonia, fu letta e approvata nella basilica di San Marco la bolla di Pio IV sui decreti del concilio di Trento. La Repubblica pubblicamente dichiarò che la sua obbedienza alle decisioni che appartenevano al dogma era piena, ma fece intendere come fosse altrettanto fermo il proposito di rifiutare quei canoni di disciplina ecclesiastica che potevano ledere i diritti dello stato. Riverentemente cristiani, ma accesamente veneziani; e per ciò nessuna rinunzia a quella specie di polizia esercitata sulle istituzioni ecclesiastiche, col diritto supremo di provvedere agli interessi della nazione; confermate le antiche leggi limitatoci delle immunità del foro ecclesiastico e delle mani morte, rafforzata la tutela dei conventi e delle chiese, assicurata (1) Benrath, Geschichte der Reformalion in Venedig, Halle, 1886, pag. 86; Bellondi, Doc. e aneddoti di st. ven., Firenze, 1902, pag. 87 e seg. Lutero stesso si compiaceva che a Venezia molti avessero accolto la parola di Dio. Lutheri, Op. compì., ed. Walch, t. XXI, pag. 1092. (2) Cantù, Gli eretici d'Italia, Torino, 1866, voi. Ili, pagg. 133, 137 e segg.