IL TIPO DELL’UOMO E DELLA DONNA ECC. 289 Nonostante i divieti del Governo e le punture della satira, andò sempre crescendo in altezza la pericolosa calzatura, a cui però non mancarono i difensori che, come Fabrizio Caroso da Sermoneta, ebbero cura perfino di chiarire minutamente come gli zoccoli si dovessero portare Uno sfarzo smodato si faceva di oggetti di oreficeria e di gemme, alle quali si attribuivano magiche virtù <2>. Le patrizie apparivano tra un barbaglio di perle, diamanti, rubini, zaffiri, smeraldi, agate, ametiste, berilli, topazi. Il Casola, assicura di aver veduto raccolte in una stanza venticinque damigelle, Vuna più bella che l'altra, che avevano < tante zoie tra el capo, in collo et in mano, cioè auro, pietre preziose e « perle, che era opinione de quelli erano lì, fosse el valsente de cento miglia ducati » VERA DA POZZO NELLA CASA DEI MENOR, MERCANTI DI STOFFE ALL'INSEGNA • DELLA GATTA <• corrispondente a più che un milione delle nostre lire. E Filippo Devoisins, signore di Montaut, trovandosi nel 1490 a Venezia, riferisce di aver ammirato alcune spose veneziane che avevano « pierreries sur leurs robes, vaillant chascune plus de trente ou « quarante mil ducatz»<3). Le gorgiere erano con rose di perle, i baveri con rosoni d’oro fusellato, le vesti con fermagli gioiellati, e non si trovava, al dir del Sa-nudo, « cussi triste e povera donna patritia, che non havesse de ducati 500 in dedo «de anelli, senza le perle grosse, cossa incredibil a creder» <4). È debito ricordare che tali preziosi ornamenti non sempre e soltanto servirono a sfogo di vanità femminile, ma furono più volte spontaneamente offerti alla patria nei momenti di supremo hi- (1) Fabritio Caroso, Nobiltà di dame, Venetia, MDCV, pag. 75. (2) La superstizione faceva credere che le pietre preziose avessero occulte virtù, come quelle di « scacciare i ve-« leni, far gli uomini vittoriosi e cose simili ». Ancora, « fanno acquistar la gratia dei signori, fanno resistenza al fuoco, « fanno che gli uomini siano amati, li fanno divenir saggi, o invisibili, accrescono i tesori, domano gli incendi, calmano «le tempeste, guariscono le infermità ». Lod. Dolce, Delle diverse sorti delle gemme che produce la natura, Venetia, Sessa, 1565, pagg. 18. 19. (3) Devoisins (14457-1500?), Voy. en Jérusalem (1490). Not. bibl. in D'Ancona, Viaggio del Montaigne cit.„ pag. 605. (4) Sanudo, Cronachetta cit., pag. 34. Molaienti, La Storia di Venezia nella Vita Privata — P. II.