LA CORRUZIONE DEL COSTUME 461 del carbon a San Luca, dove il 21 ottobre 1556 inori d’apoplessia <*>, una morte che, come scriveva al Bollani, aveva desiderato. Parecchi discepoli e imitatori, senza averne l’ingegno, ne continuarono il genere letterario. Niccolò Franco di Benevento, da fervido amico dell’Aretino, si cambiò in suo acerrimo avversario nell’avida gara di smungere il borsello dei ricchi. E tra i due furfanti si accesero sì fattamente le ire, che UNA CASA DI PIACERE. (Da una stampa anonima veneziana del secolo XVI). Ambrogio Eusebi, marito della Marietta, una delle Aretine, sfregiò il Franco con una pugnalata sul viso <2). Il Franco dovette lasciar Venezia, e a Roma, dopo molte traversie, fu, nel 1570, mandato alla forca dal pontefice Pio V. D’eguale stoffa Celio Malespini, discendente dagli antichi signori di Lunigiana, ma nato secondo alcuni a Venezia, secondo altri a Verona nel 1531, dissoluto, falsario e spia <3). Questi e altri (1) Nella dichiarazione (21 settembre 1581) del parroco di San Luca, Pietro Paolo Domenico, è detto che l’Aretino colpito d’apoplessia, prima di finire i suoi giorni si confessò e comunicò e che fu sepolto in quella chiesa. (2) Aretino, Lett. cit., lib. II, c. 97; Bongi, Annali di Gabriel Giolito cit. (3) Saltini, Di Celio Malespini, in « Arch. Stor. It. », Firenze, 1896, t. XIII, pag. 35 e segg.; Maria Righetti, Per la storia della novella ital. al tempo della reazione cattolica, Teramo, tip. Fabbri, 1921.